19 Maggio 2021 - Aggiornato alle

Verso un'economia green grazie allo scambio di buone pratiche: Bologna riparte dalle nuove imprese

Questo l'obiettivo di Gress, acronimo che significa Green Start up Support, progetto interregionale finanziato con fondi europei, che supporta le aziende che decidono di avviare attività nel settore ambientale
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PROMUOVERE il passaggio verso un'economia a basse emissioni di carbonio attraverso lo scambio di buone pratiche e quindi consentendo la collaborazione interregionale: questo l'obiettivo di Gress, acronimo che significa Green Start up Support, progetto interregionale finanziato con fondi strutturali europei, che supporta le nuove imprese che decidono di avviare attività imprenditoriali nel settore ambientale. Le attività economiche nel settore ambientale rappresentano infatti, secondo molti esperti e studiosi, il futuro dell'economia, al punto che quelle dei Paesi più importanti al mondo stanno investendo massicciamente nelle attività green, consapevoli che solo in questo modo riusciranno a contrastare il cambiamento climatico e a garantire lo sviluppo equilibrato e sostenibile della società.

In Europa l'investimento nell'economia verde rappresenta addirittura la chiave di volta in grado di garantire innovazione, stabilità economica, prospettive di benessere duraturo, e questo è sostanzialmente il compito strategico assegnato al Green Deal della Commissione Europea. "Gress - spiega Marino Cavallo, responsabile del progetto per la Città metropolitana di Bologna - cerca di contribuire a questi ambiziosi obiettivi creando una rete di collaborazioni tra territori europei impegnati nella promozione e nel supporto alle start up green, ovvero alle nuove imprese che intravedono la possibilità di sviluppare prodotti e servizi nel campo dell'ambiente e della sostenibilità, oppure supportando imprese esistenti nella riprogettazione dei processi produttivi rendendoli più ecologici e con minore impatto sull'ambiente".

I partner del progetto sono estremamente eterogenei - città, agenzie di ricerca, Regioni - così da garantire un approccio integrato ai temi dell'economia verde e dello sviluppo sostenibile. Coordinatore è il Comune norvegese di Kristiansand, importante città terziaria e turistica del sud della Norvegia, mentre a rappresentare il sud Europa c'è la città di Pireo, località portuale prossima ad Atene. Dall'est Europa, precisamente dalla Bulgaria, partecipa a Gress la Fondazione scientifica Cleantech, poi la Regione della Pomerania occidentale, in Polonia, e infine per l'Italia l'ente che fa parte della rete è la Città metropolitana di Bologna, organizzazione che da tanti anni progetta e realizza iniziative europee, specie nel settore dell'ambiente e della sostenibilità.

"Tutti gli enti - continua Cavallo - partecipano al progetto presentando casi significativi di imprenditorialità verde e iniziative innovative per promuovere strategie e politiche in grado di favorire lo sviluppo di imprese verdi sul territorio. L'economia verde, del resto, è ormai un fenomeno estremamente rilevante per il nostro Paese. L'Italia è diventata sempre più green negli ultimi anni, e il processo non si è fermato neanche durante la pandemia. Sulla scia del Green Deal europeo, lanciato a dicembre 2019, abbiamo assistito a un'accelerazione".

La Green Economy, secondo la definizione dell'UNEP (il programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente), è "quella che si traduce in un miglioramento del benessere umano e dell'equità sociale, riducendo significativamente i rischi ambientali e le scarsità ecologiche. É a basse emissioni di carbonio, efficiente in termini di risorse e socialmente inclusivo". L'ultimo rapporto GreenItaly 2020 sulla green economy in Italia di Unioncamere e Symbola evidenzia che oltre 432 mila imprese nostrane hanno investito negli ultimi anni (2015-2019) in prodotti e tecnologie green. Al contempo, il numero di green jobs ha raggiunto 3,1 milioni, 13,4% del totale dell'occupazione complessiva nel 2018.

"Per quanto riguarda l'Emilia-Romagna - continua Cavallo - lo stesso rapporto GreenItaly 2020 indica 34.699 imprese nella Regione che hanno effettuato investimenti green nel periodo 2015- 2019, pari all'8,0% delle imprese eco-investitrici in Italia, dopo Lombardia, Veneto, Lazio e Campania. Lo studio ha considerato l'universo delle imprese da 5-499 addetti, evidenziando anche il grande contributo dell'economia emiliano-romagnola in questo ambito. A livello provinciale, una posizione di spicco spetta all'area metropolitana di Bologna, leader in eco-investimenti nella nostra regione. Infine, nell'ambito dei green jobs, nel 2019 in Emilia-Romagna sono stati stipulati 61.469 nuovi contratti, l'11,8% del totale nazionale. Numeri decisamente promettenti, come possiamo vedere. E siamo solo all'inizio".

Il progetto Gress è finanziato all'interno dei programmi europei chiamati di "cooperazione territoriale", il cui scopo è sviluppare il valore aggiunto della collaborazione tra diversi territori dell'Europa. L'idea alla base è che città norvegesi, italiane o greche possano imparare le une dalle altre mettendo in comune iniziative e tipologie di servizi che si sono rivelati di successo per favorire l'economia verde a livello territoriale. Durante i tre anni del progetto, dal 2019 al 2022, verranno perseguiti questi obiettivi e i partner lavoreranno insieme per produrre risultati in grado di essere trasferiti e applicati in aree diverse dell'Europa.

"Se i progetti realizzati e i piani di azione sviluppati a livello territoriale nei diversi Paesi che collaborano a Gress si riveleranno efficaci e produrranno risultati positivi - conclude Cavallo - ci sono tutte le premesse per consolidare la collaborazione tra questi Paesi e territori, proponendo altre iniziative per supportare e sviluppare l'economia verde. Effettivamente oggi più che mai è sulla sostenibilità e su un nuovo concetto di economia - per esempio quella circolare, a ridotto impatto e senza sprechi - che si giocano le possibilità di rinnovare il sistema produttivo e di far ripartire a pieno ritmo l'economia e i consumi".

Il progetto è realizzato con il contributo della Commissione Europea. Dei contenuti editoriali sono ideatori e responsabili gli autori degli articoli. La Commissione non può essere ritenuta responsabile per qualsivoglia uso fatto delle informazioni e opinioni riportate.