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Una presenza più solida, ma ancora non paritaria. Nel settore audiovisivo italiano le donne rappresentano una componente sempre più significativa, anche se la parità è lontana. Le donne hanno però consolidato la loro posizione e in alcuni comparti stanno guadagnando terreno, soprattutto tra le giovani generazioni. Al 31 dicembre 2024 si contano 4.747 imprenditrici, pari al 28,7% del totale (contando tutti i settori dell'economia sono il 30,6%). La quota femminile cresce lievemente rispetto al 2023, in controtendenza con l’andamento generale dell’economia italiana, che ha registrato una flessione della componente imprenditoriale femminile. Questa quota si deve alle donne socie di capitale per il 31% e alle donne socie non di capitale, al 34,5%. Il valore scende drasticamente nel caso delle titolari d’impresa: se ne contano in totale 406, e la quota sul totale uomini e donne è del 14,5%. Lo dicono i dati elaborati da Fondazione Symbola per APA, Associazione Produttori Audiovisivi.

Le donne nel mondo della produzione

«L’imprenditoria femminile nell’audiovisivo sta crescendo negli ultimi anni e i dati che presenteremo al MIA ne sono la dimostrazione. Tuttavia, il settore presenta ancora un divario strutturale, soprattutto nelle figure apicali della filiera, ed è proprio su quel divario che dobbiamo intervenire», spiega Chiara Sbarigia, Presidente APA, Associazione Produttori Audiovisivi. Il dato è chiaro: per ogni imprenditrice ci sono 2,5 imprenditori uomini, un rapporto peggiore rispetto alla media complessiva delle imprese italiane (2,3). La sfida per i prossimi anni sarà ridurre questo gap, valorizzando il contributo femminile in tutte le aree della filiera.

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Produttore? No, produttrice: in Italia sono sempre più donne a fare il cinema e la tv | Vanity Fair

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