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di Francesca Molteni Muse Factory of Projects

“Autentico” è la parola del 2023 per il più prestigioso dizionario americano, il Merriam-Webster, che ogni anno decide quale sia il termine più diffuso negli USA. Si è registrato un aumento sostanziale dell'uso e della ricerca di “authentic” per via di storie e conversazioni su intelligenza artificiale, identità e social media; una ricerca che si spiega anche con il momento storico che stiamo vivendo. Stratificazione delle crisi: potrebbe essere questa la sintesi più precisa per descriverlo, tra conflitti che proseguono o si innescano, disuguaglianze e competizioni sempre più serrate in campo geopolitico e geoeconomico. Di fronte ai nuovi scenari e a tante incertezze, autenticità e responsabilità sembrano allora le linee guida anche nel campo del design. Agire in modo etico, investire in nuove infrastrutture sociali, rigenerare beni comuni, sviluppare forme sostenibili di lavoro e produzione, attraverso valori legati all’empatia e alla responsabilità sono da molti anni le caratteristiche delle imprese generative italiane e dei loro attori, progettisti in primis[1]. Principio di responsabilità ben descritto dal filosofo Hans Jonas già nel 1979 nel volume che porta questo titolo. Siamo sempre più chiamati ad agire in modo che le conseguenze della nostra azione siano compatibili con la sopravvivenza di un'autentica vita umana sulla Terra. Tanto è vero che il rapporto tra design e sostenibilità è alla base del Nuovo Bauhaus Europeo, lanciato dalla presidente Von der Leyen per contribuire alla realizzazione del Green Deal in Europa, e l’Italia ne è una delle principali protagoniste.

Si continua a progettare, con attenzione quasi ossessiva, prodotti e servizi che siano chiari esempi di responsabilità ambientale e rigenerazione, mentre si rafforzano anche le tendenze verso la manifattura artigianale, l’innovazione tecnologica e l’uso dell’intelligenza artificiale.
Di fronte alla crisi climatica e agli alti livelli di disuguaglianza sociale e territoriale, la portata di ciò che dobbiamo progettare – e riprogettare – è enorme. In Italia il design dà lavoro a 63.485 mila persone e genera un valore aggiunto pari a 3,1 mld. Milano si conferma capitale del design con il 18,8% del valore aggiunto e il 13,3% degli addetti[2]. Nel design emergono nuove figure professionali che mettono insieme le competenze tradizionali legate al progetto con conoscenze di marketing, di organizzazione e strategia aziendale e tecnologie avanzate. Il tema della sostenibilità ambientale emerge come rilevante per il settore: il livello di competenza diffuso evidenzia valori medio-alti per la quasi totalità degli operatori intervistati (valore in crescita rispetto all’86,9% del precedente rapporto), con un picco del 96,4% per le imprese oltre 10 addetti. A conferma dell'attenzione diffusa, ben l’74,8% dei soggetti intervistati ne sottolinea l’importanza nei progetti in corso. Trainano la domanda di ecodesign i settori dell’economia italiana legati all’automotive, arredamento, agroalimentare, packaging e abbigliamento.

Di fronte alla complessità della società attuale, designer e progettisti si confermano interpreti visionari e pragmatici, capaci di immaginare ecosistemi e disegnare esperienze che offrano nuove prospettive sul futuro e costruiscano nuovi principi di responsabilità. Come insegna Italo Rota, architetto milanese di vocazione internazionale, scomparso lo scorso aprile, a pochi giorni dall’inizio della settimana del design di Milano: collezionista, artigiano del digitale, pioniere del rispetto per l’ambiente, aperto ai nuovi orizzonti dell’intelligenza artificiale, sostenitore del principio che solo “diventare natura ci salverà”, come si intitola l’ultimo suo libro[3]. L’esigenza di progettare e produrre in maniera sostenibile sta pervadendo negli ultimi anni il mondo del design. Progettazione e produzione agiscono tenendo conto degli aspetti sempre più complessi che entrano in gioco nelle diverse fasi della vita di un oggetto. Riduzione, riuso e riciclo, progettazione per il disassemblaggio, uso di energie pulite e rinnovabili, riduzione delle emissioni nocive, scelta di materiali meno impattanti: sono azioni chiave che spesso si attivano insieme.

La materia prima, proveniente da prodotti di scarto, guadagna una nuova vita e si trasforma in una fibra innovativa che ambisce a generare un impatto positivo e green, come nel caso della pavimentazione tessile Bloom, sviluppata dallo studio di design Radici (Scandiano, RE) e realizzata in econyl: un filo di nylon 100% rigenerato da rifiuti industriali come reti da pesca, pavimentazioni in moquette e scarti di produzione di tessuto e plastica. Una delle applicazioni più recenti, riguarda le varianti stampate del pattern Sipario firmate dall’azienda.

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Un altro esempio rilevante riguarda i designer Alessandro Stabile e Martinelli Venezia, basati tra Milano e Palermo, che hanno avviato il progetto ONE TO ONE per creare oggetti di design ottimizzando gli step e le risorse impiegate, dalle fasi di pensiero a quelle di realizzazione. Il primo prodotto è OTO CHAIR, una sedia realizzata in plastica riciclata, nata dalla collaborazione con Ogyre, la prima piattaforma digitale italiana che coinvolge flotte di pescatori per il recupero dei rifiuti marini: la plastica raccolta viene reinserita nel processo produttivo per generare una sedia monomateriale montabile che contribuisce a ripulire gli oceani di 500 grammi di rifiuti per ciascun campione, venduta in un imballaggio progettato in polpa di cellulosa riutilizzabile.

Maximo di Nardi, disegnato da Raffaello Galiotto, è un divano modulare con struttura in resina rigenerata e tessuti ad alta componente riciclata. La scelta segue la visione di Nardi che, dal 2019, porta avanti il programma industriale Regeneration per la produzione di arredi per esterno in plastica riciclata e riciclabile in uno stabilimento progettato con tecnologie all’avanguardia a livello impiantistico, dotato di presse a iniezione ibride ad alto risparmio energetico nelle quali il sistema di raffreddamento utilizza l'aria senza impiegare acqua e consumando pochissima energia elettrica, generata, in gran parte, da un sistema di pannelli fotovoltaici. Per la linea Regeneration tutti gli imballi di protezione e i relativi sostegni interni sono in cartone riciclato certificato FSC e polietilene a bassa densità completamente riciclabile, progettati in modo da ridurre al minimo il loro impiego. Interessante che l’azienda si preoccupi di informare, nella descrizione del prodotto, che il polipropilene rigenerato può subire variazioni di colore dovute all'utilizzo di materiale riciclato.

Lo studio di progettazione e interior design Izmade di Torino ha progettato la cucina Maria Antonietta, in plastica riciclata e valchromat. Il piano e le ante sono realizzati con il pannello Milk, 100% HDPE da scarti industriali e raccolta indifferenziata; materiali sviluppati da Plastiz, una startup italiana che trasforma rifiuti e scarti di plastica in un nuovo materiale al 100% riciclato e riciclabile, destinato al mondo del design e dell’architettura.

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Nell’ambito dei progetti più sperimentali, non finalizzati alla produzione industriale, si segnalano i Cara/Davide: Cara Judd e Davide Gramatica, lei sudafricana di Cape Town (37 anni), lui di Milano, (38 anni), uno studio fondato a Milano nel 2016, con cui autoproducono oggetti focalizzandosi sulla ricerca dei materiali. Segmento è una collezione di arredi realizzati insieme al falegname veneziano Diego Zanchettin, assemblando segmenti di pali che solitamente si usano per le staccionate o le recinzioni degli alberi, che valorizza un materiale povero. Con le schede elettroniche scartate, hanno creato Estetiche Sommerse, un pavimento in terrazzo e palladiana, in collaborazione con Fantini Mosaici, ribaltando il modo in cui si pensa ai materiali umili e ai rifiuti. Sempre in tema di riciclo e di progetti sperimentali, Matteo Silverio, architetto di 37 anni, con la moglie Marta Donà nel 2022 hanno fondato la startup Rehub, spin-off dell’Università IUAV di Venezia con sede a Murano (VE), che ha vinto molti premi, tra cui il premio Green&Blue per l'attività più innovativa contro il cambiamento climatico, per la messa a punto di un processo in attesa di brevetto finalizzato al riciclo di tutti quei rifiuti di vetro che per ragioni logistiche, storiche o di filiera sono “formalmente” non riciclabili. Il processo trasforma il vetro di scarto in una pasta morbida da modellare a mano, ma anche tramite le stampanti 3D o utilizzando tecniche a iniezione. Tutto a temperatura ambiente. Mixano il vetro con leganti naturali che lo rendono facilmente lavorabile, dando vita a oggetti come la griglia parametrica Nassa e la spilla Guava, che dal 2023 fanno parte della nuova collezione di design contemporaneo del Museo MAXXI di Roma.

Non solo materie prime riciclate, ma anche scelta di materiali più sostenibili, come Patrick Jouin che ha progettato la serie Héra di Pedrali in una nuova versione con seduta intrecciata in cellulosa, legni certificati, finiture come vernici all’acqua e resine di origine vegetale. Questo nuovo progetto è il risultato di 10 anni di collaborazione tra il designer francese di fama internazionale e l’azienda italiana, grazie a una partnership basata sul connubio tra la creatività del designer e il know-how manifatturiero italiano.

In parallelo crescono gli strumenti volti a diffondere la conoscenza e, conseguentemente, l’utilizzo di materiali sostenibili nel mondo dei designer. Tra i progetti più rilevanti c’è il nuovo hub digitale FLA Plus di Federlegno Arredo, che aggrega servizi mirati per le aziende della filiera legno-arredo. Uno di questi servizi offerti è la Libreria dei Materiali, una banca dati che racchiude informazioni sui materiali più adatti per l'utilizzo nel settore del legno-arredo, sviluppata in collaborazione con Materially, che offre la possibilità di filtrare i contenuti in base a criteri e caratteristiche di sostenibilità, inclusi i relativi certificati.

Materials Design Map è, invece, una piattaforma online gratuita fondata dallo studio di design milanese WeVux (Giuseppe Barbalinardo, Teo Sandigliano e Mattia Lanzarone) per geolocalizzare i nuovi materiali sostenibili e fare chiarezza su questo tema attraverso una pagina dedicata a ricerche e informazioni utili. Con l'aiuto di un'interfaccia grafica molto chiara e una serie di filtri, l'utente trova tutte le informazioni necessarie per conoscere il materiale ed entrare in contatto con chi l'ha creato. Un Comitato Scientifico è a capo del controllo dei materiali. Lo strumento nasce per rispondere alla domanda se sia possibile integrare nuovi materiali sostenibili con i sistemi di produzione industriale: al momento i progetti realizzati in Italia sono in fase di prototipo e in cerca di produttori. Tra i designer segnalati ci sono, per esempio, Simone Caronni e Pietro Gaeli di Gentile Design Studio (Milano), con Peel Saver, che con gli scarti di bucce di patate ha creato un packaging da street food, biodegradabile al 100% e reinseribile nel ciclo biologico dopo il suo utilizzo, diventando cibo per animali o concime per piante. Tra gli altri progetti valorizzati dalla piattaforma c’è la collezione di oggetti Adam di Pietre Trovanti (Crodo, VB), in collaborazione con Carlo Antonelli e Marta Palmieri, è creata con il fango, ottenuto con la polvere della lavorazione della pietra mischiata con acqua di montagna. Lo studio trasforma artigianalmente e con criteri di sostenibilità le pietre scartate (perchè asimmetriche e quindi non idonee alla produzione tradizionale e alle logiche di mercato), in oggetti di uso quotidiano o insolito. Pietro Petrillo e Ilaria Spagnuolo, designer campani (Casapulla, CE), classe 1991, sono invece i fondatori del marchio Keep Life, un materiale composito di natura lignea, plasmabile e autoindurente, generato utilizzando i gusci di noci, nocciole, castagne, mandorle, pistacchi e arachidi, con l’aggiunta di un legante privo di sostanze nocive, di cariche e riempitivi, di solventi e di formaldeide. Ad oggi sono 22 le collezioni realizzate, 15 i designer e 10 le aziende produttrici e agricole coinvolte. Come ultimo esempio di questa carrellata di studi innovativi nello sviluppo di materiali sostenibili messi in rete da Materials Design Map, c’è High Society (Giulia Faracena Casaro e Johannes Kininger), uno studio di progettazione fondato nel 2015 a Sesto (BZ) per sperimentare e sviluppare oggetti plant-based, realizzati con rifiuti post-industriali di canapa, uva, e scarti di tabacco, provenienti da piccole aziende locali, come la collezione di lampade a soffitto Highlight, in vinacce di vino, gambi di canapa e foglie di tabacco.

C’è una seconda opzione percorribile per raggiungere la sostenibilità: progettare pensando a semplificare, riutilizzare e agevolare la sostituzione e il disassemblaggio a fine vita. Il designer Alessandro Stabile, per esempio, ha progettato Tacito per l’azienda di arredo veneta Magis: si tratta di una madia le cui ante, prodotte in feltro, non possiedono cerniere ma si aprono e chiudono utilizzando magneti.

Con l’idea di creare un sistema facilmente trasportabile e customizzabile per ridurre l’impatto ambientale, Snøhetta, studio di architettura nato a Oslo, progetta il divano Array per l’azienda di arredo comasca MDF Italia (Mariano Comense) a partire da piccoli moduli facilmente trasportabili e configurabili per facilitare oltre al montaggio anche la sostituzione e il fine vita.

Le trasformazioni del settore non vanno solo in direzione di una sua maggiore sostenibilità ambientale ma anche in una maggiore integrazione con le nuove tecnologie. In primis, sta crescendo l’utilizzo della stampa 3D, che ha il merito di avere rivoluzionato in maniera radicale il mondo della manifattura. La sua capacità di creare oggetti complessi, strato dopo strato, e la molteplicità dei materiali utilizzabili da questa tecnologia hanno aperto nuovi orizzonti nei più disparati settori produttivi. Un caso rappresentativo attinente al mondo del design, è quello dello studio bolognese EGOUNDESIGN, fondato da 9 giovani imprenditori durante la pandemia, tutti under 35, vincitore del terzo premio al Salone Satellite Award 2024 per aver sviluppato un set di tazzine in ottone stampato in 3D, Voronoi: è la prima collezione di oggetti al mondo a essere stampata in 3D con ottone puro. Ispirati da un viaggio in Asia e dall’arte dello “Stone balancing”, pratica meditativa di sovrapposizione delle pietre, hanno realizzato il set di tazzine, assemblate in verticale attraverso un sistema di magneti, con 3D4Mec, prima azienda ad aver sviluppato stampanti industriali 3D per ottone. Inoltre, alla Milan Design Week 2024 sono stati presentati numerosi progetti realizzati attraverso la stampa 3D. Tra i più rappresentativi, la collezione ZERO del designer Alessio Elli che mira alla sostenibilità utilizzando materiale riciclato e un sistema modulare che non richiede assemblaggio o colla. I mobili ZERO sono stampati in 3D utilizzando solo due materiali (PLA e PP riciclato al 100% rinforzato con polvere di vetro), il che ne facilita la sostituzione, il recupero e il riciclaggio a fine vita.

Sempre in ambito di integrazione tecnologica con il mondo dei progettisti, anche l'intelligenza artificiale sta ridefinendo il design, trasformando in modo radicale settori come l’arredo, la moda, l'automotive e l'architettura: il 34,8% è il livello di utilizzo dell’intelligenza artificiale nella progettazione di beni e servizi[4]. Già nello stesso Salone del Mobile 2024, grazie ai processi Al-driven, sono stati intercettati i dibattiti e analizzate le conversazioni che hanno animato la design community. Le voci dei brand, dei progettisti, degli appassionati e dei visitatori della manifestazione sono state visualizzate secondo tre parametri: la dualità emozionale/razionale (il design è ragione o emozione?); l'articolazione tassonomica dei due poli (categorie); il bilancio del sentiment degli attributi nelle categorie. Le riflessioni più significative sono state incanalate in una piattaforma fluida che ha ridato un primo artwork capace di rappresentare visivamente questo dialogo estensivo.

Per quanto riguarda i prodotti, A.I. è la prima collezione firmata da Kartell e Philippe Starck. Il suo design è frutto della collaborazione tra intelligenza umana e intelligenza artificiale. La ricerca e lo sviluppo tecnologico hanno consentito l’uso di materiali che si possono rigenerare e che non hanno impatti negativi per l’ambiente. Altro esempio in ambito produttivo è quello dell’algoritmo generativo utilizzato da Oio Studio, fondato da Simone Rebaudengo e Matteo Loglio (con sedi a Londra, Belgrado e Amsterdam), per il progetto Spawns, immaginando un futuro in cui il nuovo prodotto di design sarò disegnato da una macchina. Citando lo slogan di Ernesto Nathan Rogers “dal cucchiaio alla città”, i creativi di Oio hanno fornito all’intelligenza artificiale una selezione di immagini di cucchiaini, rielaborati e codificati da quest’ultima restituendo modelli inediti, selezionati e finalizzati con la collaborazione del designer giosampietro in modelli 3D. A livello internazionale, significativo è il progetto commissionato dal Museo MAK di Vienna ai designer Philipp Schmidt & Steffen Weiss che, con il loro The chAIr project, hanno istruito una rete neurale generativa con immagini di sedute iconiche del XX secolo, poi utilizzate invertendo i ruoli, da un designer umano, che ha provato a tradurre il design della macchina in qualcosa che fosse riconoscibile come sedia dagli umani.

Mentre numerose imprese di design stanno sperimentano in tanti settori dell’AI, in Italia si conferma anche una nuova definizione di made in Italy che vede al centro la manifattura artigiana unita al mondo del design. Lo dimostra Homo Faber, l’evento internazionale giunto alla sua terza edizione, dedicato alla maestria del fare artigiano, che promuove e valorizza i mestieri d’arte contemporanei e tradizionali e il mondo del design. La manifestazione, organizzata dalla Michelangelo Fonudation nel cuore di Venezia (sull’Isola di San Giorgio Maggiore), dà risalto alla ricchezza dei mestieri e dei materiali, dalle tecniche più rare agli esempi più iconici dell’artigianato contemporaneo, esplorandone i legami con il mondo della creatività e del design, grazie alla curatela affidata ad un team di designer e architetti di fama mondiale. In termini di prodotto, in questa direzione si sta muovendo il designer Piero Lissoni, che cura una nuova collezione di legni in grado di riprodurre le venature e i colori di tre essenze boreali attraverso una calibrata scala cromatica, per l’azienda manifatturiera emiliana Alpi North Light (Modigliana, FC), prima azienda al mondo ad industrializzare il processo produttivo del legno composto. Ma anche Michele de Lucchi, disegnatore della sedia e tavolo Teseo per Roda: una collezione in legno cucito, mai realizzata prima nell’arredamento per esterni, con doghe in teak tutte diverse tra loro, tenute insieme da una cucitura continua in corda per esterni applicata a mano. Alla Milano Design Week 2024, il duo Formafantasma (Milano), in collaborazione con lo studio di design giapponese Nendo, ha dato vita all'installazione Contrasto, reinterpretando le antiche tradizioni vetrarie con i maestri artigiani di WonderGlass. Nella collezione di lampade a sospensione Graft, inoltre, Formafantasma si accosta alle tradizioni della lavorazione del vetro soffiato e colato nei delicati fiori di vetro artistico di Murano. Così si ridefinisce il rapporto tra artigiani e design, alla ricerca di prodotti di lunga durata e processi innovativi.

Alla ricerca di un design più autentico, i progettisti si fanno interpreti di un nuovo principio di responsabilità, che ripensi in modo radicale processi e prodotti per un mondo migliore: l’impatto del design sulle persone e sull’ambiente è sempre più centrale. Per questo i designer sono portatori di un metodo che deve trovare diffusione globale: come utilizzare materiali riciclati, ridurre lo sfruttamento dell’ambiente, educare al riutilizzo? Come risolvere problemi, insomma, progettando per un mondo migliore.

Suggerimenti per il lettore

  • Vittorio Coda (a cura di), Il segreto italiano. Tutta la bellezza che c’è, Treccani Biblioteca Enciclopedica, 2023.
  • Italo Rota, Solo diventare natura ci salverà, Libri Scheiwiller, 2023.
  • Don Norman, Design per un mondo migliore. Significativo, sostenibile, centrato sull'umanità, Giunti, 2024

 

[1] Vittorio Coda (a cura di), Il segreto italiano. Tutta la bellezza che c’è, Treccani Biblioteca Enciclopedica, 2023.
[2] Symbola, Deloitte Private, POLI.design e ADI – Associazione per il design industriale, Design Economy 2024.
[3]  Italo Rota, Solo diventare natura ci salverà, Libri Scheiwiller, 2023.
[4] Quota rilevata dall’indagine realizzata da Symbola, Deloitte Private, POLI.design e ADI – Associazione per il design industriale, per il report Design Economy 2024.

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