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L’industria audiovisiva italiana raggiunge nel 2024 16,3 miliardi di euro, con un balzo del +9% rispetto all’anno precedente, consolidando una crescita media annua del +4,6% dal 2018, più del doppio rispetto al PIL nazionale. La televisione lineare, protagonista grazie al boom degli investimenti pubblicitari, e il video online, in continua espansione a doppia cifra, guidano questo slancio, confermando il ruolo centrale del comparto nel panorama digitale.

Questi i dati emersi dal 7° Rapporto sulla Produzione Audiovisiva Nazionale, presentato il 7 ottobre dalla presidente di APA Chiara Sbarigia, nella cornice del MIA | Mercato Internazionale Audiovisivo.

Nell’ambito del ricco rapporto dell’APA, Fondazione Symbola ha curato l’analisi dell’occupazione e del valore aggiunto del settore, con un focus sulla presenza femminile. Secondo Domenico Sturabotti direttore di Fondazione Symbola e curatore dell’analisi “Al 31 dicembre 2024 risultano attive 4.747 imprenditrici, che rappresentano il 28,7% del totale. Si tratta di una crescita rispetto al 2023, in contrasto con l’andamento generale dell’economia nazionale. Le donne hanno consolidato la loro presenza e, in alcuni ambiti, stanno conquistando nuovi spazi, in particolare tra le giovani generazioni. All’interno di questa quota, il 31% è costituito da socie di capitale, mentre il 34,5% da socie non di capitale. La partecipazione femminile assume rilievo soprattutto in alcuni segmenti della filiera: proiezione cinematografica (39,3%), distribuzione (33%) e programmazione televisiva (31,5%). Nei comparti centrali, invece, la presenza è più contenuta: produzione (26,7%) e post-produzione (25,7%)”.

L’indagine condotta da Fondazione Symbola evidenzia un comparto in trasformazione, in cui il protagonismo femminile sta diventando un fattore strutturale per la crescita e l’innovazione dell’industria audiovisiva italiana.

Un fenomeno diffuso ma con differenze territoriali

Il Lazio guida la classifica con oltre 5.000 imprenditrici, seguito da Lombardia, Campania, Emilia-Romagna, Toscana e Puglia. In termini relativi spiccano Molise, Umbria e Campania, tutte sopra la media nazionale, mentre Trentino-Alto Adige e Veneto risultano in ritardo.

Sul fronte generazionale, le imprenditrici under 35 rappresentano il 9,7%, in linea con la componente maschile. Nella sola post-produzione le giovani raggiungono il 15,4%.

Le donne nel management

Anche nel management la crescita è costante: nel 2024 si contano 2.668 donne manager, +2,9% rispetto al 2023, con un’incidenza del 23,4% sul totale del settore.

L’incremento più significativo si registra nella programmazione e trasmissioni TV, dove le donne manager crescono del 4,5%. Aumenti anche nella proiezione cinematografica (+4,6%) e nella produzione (+2,7%), a fronte di cali nella componente maschile in alcuni comparti.

Il peso delle imprese femminili nella filiera

  • 63,2% delle imprese attive opera nella produzione cinematografica e/o televisiva (5.435 unità)
  • 18,3% nella post-produzione (1.572 imprese)
  • 7,6% nella proiezione cinematografica (655 unità)
  • 8,2% nella programmazione televisiva (709 imprese)
  • 2,7% nella distribuzione cinematografica e video (230 unità)

    Leggi articoli su VanityFair e Sole24ore.

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