Sulla scia dei commenti e delle numerose riflessioni che sono seguite alla 28esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si è chiusa lo scorso dicembre a Dubai, il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci, ha condiviso il suo pensiero sugli esiti della conferenza e sul lavoro che l’Europa e l’Italia sono chiamate a svolgere nei prossimi mesi.
“La COP28 di Dubai è andata meglio di come molti temevano – sostiene Realacci -. L’intesa raggiunta è nel solco degli accordi di Parigi e per la prima volta pone esplicitamente il problema dei combustibili fossili. È giusta la scelta dell’Europa di puntare su coesione, transizione verde e digitale per costruire un’economia più a misura d’uomo e per questo più forte. Dopo Dubai tocca oltre che ai governi, alla società e all’economia. L’Italia può dare un forte contributo se fa l’Italia e incrocia la green economy con la qualità, l’innovazione, la bellezza. Accelerare gli investimenti nella transizione verde e nelle energie rinnovabili aumenta la stabilità finanziaria come dimostrano gli studi della BCE e della Banca D’Italia, dà forza al made in Italy, riduce i costi a medio termine per famiglie e imprese, rafforza la nostra indipendenza energetica”.
A proposito di energia, secondo le rilevazioni EnergyCharts l’Italia, nel corso del 2023, ha importato 51,7 Twh di energia elettrica, contro gli 11,7 della Germania: siamo il Paese europeo con la più alta dipendenza dall’import di elettricità.
Citando poi l’ultimo rapporto GreenItaly realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere, Realacci osserva che “già un terzo delle imprese italiane (510mila) hanno investito negli ultimi 5 anni nella green economy. Sono imprese che in tutti i campi innovano di più, esportano di più, producono più posti di lavoro. Sono già oggi 3,2 milioni i green jobs. L’Italia è il Paese europeo con il più alto tasso di riciclo sul totale dei rifiuti speciali e urbani (83,4%), un valore superiore alla media europea (53,8%) e a quello di Germania (70%). Un risultato che determina una riduzione annuale delle emissioni pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate equivalenti di CO2”.