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L'urgenza dei problemi ambientali impone un radicale cambiamento dei modelli di produzione, distribuzione e consumo. Non si tratta di crescere meno, ma di crescere in modo diverso: innovare le tecnologie e i modelli di business in maniera che creazione di valore economico, miglioramento sociale e dell'ambiente siano integrati. In questo senso, si sta rapidamente affermando il nuovo paradigma dell'economia circolare, basato su quattro "R": riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero. Sia gli investitori sia i consumatori premiano e sempre più premieranno le imprese che più delle altre si muovono su questa direttrice; a livello di Paesi, l'economia green sarà un traino cruciale dell'occupazione e dell'aumento strutturale del Pil. Per l'Italia è una grandissima opportunità, perché il nostro Paese è già oggi tra le prime economie verdi nel mondo, con performance eccellenti in tutte le quattro principali problematiche: emissioni atmosferiche, utilizzo di materie prime, consumi energetici e produzione di rifiuti. Secondo le elaborazioni di Fondazione Symbola, nel 2008, consumavamo oltre 17 tonnellate di petrolio equivalente per milione di euro prodotto; oggi siamo intorno a 14, meglio di Francia, Spagna e Germania. L'Italia è al terzo posto tra le cinque grandi economie europee per quanto riguardale emissioni in atmosfera: (104,2 tonnellate di Co2 per milione di euro prodotto), dietro alla Francia (85,5 tonnellate) e al Regno Unito (93,4 tonnellate) ma davanti a Spagna e Germania.

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Più crescita con misure ad hoc destinate all'economia circolare - Matteo Caroli | Il Sole 24 Ore

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