Una pelle su 4 nel mondo. Due su tre in Europa. Quella della pelle è una straordinaria storia italiana basata su una certificata eccellenza e su una riconosciuta leadership internazionale dal punto vista qualitativo, quantitativo, sostenibile e innovativo.
Le concerie italiane sono un caso storico ed esemplare di economica circolare. Utilizzano un materiale naturale, rinnovabile e che recuperano dalla lavorazione di un altro settore produttivo. L’origine di oltre il 99,5% delle pelli utilizzate dall’industria conciaria italiana, infatti, sono di origine bovina, ovicaprina e vengono recuperate, evitando lo smaltimento in discarica sotto forma di rifiuto, dall’industria alimentare della carne. A sua volta, oltre l’85% degli scarti della lavorazione conciaria può essere recuperato e riutilizzato in settori come quello agricolo o edile. Una virtuosa vocazione alla circolarità che viene sostenuta, promossa e raccontata da UNIC – Concerie Italiane, che dal 1946 tutela gli interessi delle imprese associate, rappresentando un settore strategico per il tessuto economico italiano. La concia italiana, infatti, genera un valore di circa 4,5 miliardi di euro all’anno (il 75% dei quali derivanti dalle esportazioni) ed è composta da circa 1.200 aziende che danno lavoro a oltre 17.800 lavoratori e che sono situate in distretti produttivi altamente specializzati. Quello di Santa Croce sull’Arno (Toscana), Arzignano (Veneto), Solofra (Avellino) e Turbigo (Lombardia) sono, infatti, ecosistemi unici, integrati e complessi tipicamente composti da PMI a conduzione familiare capaci di creare un imbattibile mix tra tecnologie e artigianato. Sono ecosistemi composti da imprese di alto profilo green e certificate in maniera quasi assoluta, come dimostra e racconta dal 2003 il Report di Sostenibilità che UNIC pubblica ogni anno, testimoniando e misurando l’impegno sostenibile in continuo miglioramento delle proprie aziende. L’upgrading green della conceria italiana è dimostrato dal drastico abbattimento dei consumi energetici, ridotti del 40% nell’ultimo decennio (a differenza, per esempio, di quanto accaduto in Cina: -0,5%), idrici (-15%, contro il -0,2% della conceria cinese) e dei prodotti chimici (-8%). Oppure dall’utilizzo di energia rinnovabile con una quota dell’83% sull’energia elettrica acquistata e del 35% sul consumo totale di energia.
La straordinaria storia della pelle italiana si traduce anche una significativa responsabilità culturale. Da un lato, questa mission si si concretizza in una capillare attività formativa che coinvolge tutti gli ambiti e i livelli scolastici: scuole elementari e università; scuole medie, superiori e ITS; scuole di moda e accademie professionali. Dall’altro, si traduce in una serie di progetti di mecenatismo, tra i quali spicca il sostegno al restauro, terminato nel 2023 con l’apertura al pubblico, della conceria di epoca romana rinvenuta all’interno delle rovine di Pompei.
UNIC – Concerie Italiane promuove e organizza da oltre 50 anni Lineapelle, la più importante rassegna fieristica per la filiera della moda, del design e del lusso (che si svolge a Fiera Milano Rho due volte all’anno) e ha attivato un progetto di storytelling della propria innovativa eccellenza dal titolo The Beauty of the Italian Tanning Industry: Heritage, Science and Design. Una mostra itinerante (fruibile anche in modalità digitale sul sito www.unic.it) che vuole raccontare ai non addetti ai lavori la bellezza di un modello produttivo che somma in sé tradizione e artigianalità, scienza e tecnologia, creatività e design, comunicando il valore di uno dei settori in cui il made in Italy eccelle maggiormente, facendosi apprezzare in tutto il mondo.
UNIC – Concerie Italiane
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