La Green Communities del Pinerolese, con 28 Comuni di Val Pellice, Chisone, Germanasca e 4,3 milioni a disposizione punta dritto alla valorizzazione del bosco e delle sue filiere. E punta su una migliore organizzazione del ciclo dei rifiuti di ristoranti e strutture ricettive. In Garfagnana, 14 Comuni con 3,5 milioni di euro, realizzeranno un gassificatore per produrre energia pulita dal legno e doteranno tutti i Comuni di centraline per la ricarica veloce delle auto. Nel Goceano, in Sardegna, 9 Comuni vogliono fare della Green Community, finanziata dal PNRR con 4,1 milioni di euro, un progetto strategico per l'uso migliore dell'energia elettrica su scuole ed edifici pubblici, non senza l'eliminazione di auto dai centri storici dei paesi, dotati solo più, dall'estate 2024, di mezzi elettrici per essere raggiunti dai turisti. Ancora, l'Unione montana dell'Appennino Bolognese con 8 Comuni e 8 milioni di euro di investimenti, dei quali 4 arrivati dal PNRR, creerà un auditorium di paglia (sì, proprio quella dei campi) e nuove aree di sosta camper, oltre al completamento della ciclovia Marano-Silla.
Sono 197 i territori italiani, che stanno lavorando per la realizzazione della Strategia nazionale delle Green Communities. È nata nel 2008, su proposta dell'Uncem, l'Unione nazionale dei Comuni e delle Comunità montane e ha trovato 135 milioni di euro di finanziamento nel Piano nazionale di Ripresa e resilienza. Strategia è pianificazione, di territori che affrontano la crisi climatica ed energetica, sociale ed economica. Montagne moderne, le definisce il Presidente Uncem Marco Bussone che domani a Treia (Macerata) con Fondazione Symbola e Uncem ha chiamato a raccolta tutti i Sindaci di oltre 800 Comuni italiani, per quasi un milione di abitanti complessivi, che stanno lavorando sulla Strategia. «Un percorso che ha due elementi centrali - spiega il Presidente Uncem - ovvero il lavoro insieme tra Comuni che superano i campanilismi, perché la crisi climatica e le conseguenti scelte amministrative e di investimento non seguono i confini amministrativi. Molti progetti puntano tutto sul bosco, il 38% della superficie del nostro Paese, e fanno bene visto che le filiere forestali hanno potenzialmente 6.000 nuovi posti di lavoro qualificati e per giovani».
Le Green Communities non sono solo foreste. Sono acqua, rifiuti, turismo, agricoltura, mobilità, innovazione e digitalizzazione, risparmio energetico e produzione di energia da fonti rinnovabili. «Tutto questo, dal Monviso alle Madonie, cinque aree solo in Sardegna, dai Nebrodi alla Valtellina di Sondrio - prosegue Bussone - in una visione integrata. Solitamente e anche tutto il PNRR è incentrato su una visione di singolo Comune, che fa una singola cosa. Affrontare le crisi climatica ed energetica vuol dire invece fare azioni e progetti in più ambiti che sono collegati tra loro. Per questo serve una strategia. Che sia di comunità. Dunque che coinvolga gli Enti locali, i Comuni insieme, ma anche imprese, scuole, associazioni, pro loco. Le scelte fatte, i progetti realizzati hanno un ritorno, riducono emissioni e CO2. La Strategia delle Green Communities è per tutti». 192 i progetti presentati da territori italiani sul PNRR, 37 finora quelli finanziati. Diverse le Regioni che stanno aggiungendo risorse economiche a quelle nazionali. A partire dal Piemonte che con il "fondo per la montagna", 10 milioni di euro, finanzierà (il bando scade il 30 novembre) altre sei aree che vogliono essere Comunità "green".
«Sono percorsi nuovi - commenta Ermete Realacci, Presidente di Symbola - che interpretano le grandi sfide. Non sono progetti di un élite o che cambiano in modo forzoso i comportamenti individuali. La Green Economy già tocca migliaia di imprese italiane, come abbiamo scritto nel Rapporto Green Italy. E ora riguarda tutte le comunità. Gli Enti locali fanno scelte che devono agevolare i cambiamenti. Coinvolgere la comunità è il solo modo per democratizzare la green economy e affrontare la crisi climatica come scrive Papa Francesco nella Laudate Deum». È un percorso per tutte le montagne italiane. «Ci sono già 190 progetti in corso delle Alpi e degli Appennini - sottolinea Fabio Renzi, Segretario generale della Fondazione Symbola che promuove con Uncem il Seminario sulla Soft Economy, a Treia fino a sabato 18 novembre - e altri si aggiungeranno. La crisi climatica nelle montagne del Paese è arrivata prima. Ma qui c'è stata, negli ultimi dieci anni la lungimiranza di capire che senza la comunità, senza la partecipazione di tutti, non si affrontano le transizioni e i salti in una nuova epoca. A Treia lo mostreremo con le testimonianze di tanti Sindaci che ci stanno lavorando. Non sono eroi del cambiamento o della green economy. Sono artefici di processi che favoriscono anche il neopopolamento dei territori montani. L'Italia ne ha grande bisogno per fare l'Italia, che include tutti e supera disuguaglianze accorgendosi di essere un Paese montano e forestale insieme».