Il Rapporto "Io sono cultura 2024" la incorona la regione d'Italia più specializzata nel settore L'industria culturale un'eccellenza per il Lazio DI MONIA NICOLETTI Non solo il Lazio, insieme alla Lombardia, è la regione più "specializzata nel settore culturale", ma il nostro territorio si distingue a livello nazionale soprattutto nei settori della comunicazione, della produzione audiovisiva e della musica. A rivelare questi primati è il rapporto "Io sono cultura 2024", arrivato alla 14a edizione e realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere. A una prima lettura dei dati potrebbe sembrare che questi siano influenzati solo dalla presenza di Milano e Roma, grandi città che prosperano grazie alla combinazione di servizi avanzati, patrimonio storico e artistico, spettacoli culturali e attività turistiche. Ma studiando il report più approfonditamente si evince come queste città, pur avendo il loro peso specifico come indotto e fatturato, fanno anche da traino per le altre province delle rispettive regioni. Dalle cittadine di provincia, infatti, arriva un diverso tipo di contributo al sistema produttivo culturale e creativo (Spcc), fondato su attività artigianali e manifatturiere che riflettono conoscenze tramandate di generazione in generazione. "Queste attività - si legge nel rapporto - non solo preservano tradizioni culturali uniche, ma alimentano anche processi di innovazione creativa, che rafforzano il legame tra passato e presente". "Io sono cultura", per ben fotografare questa dinamica, distingue in due maxi settori Spcc: le attività "core" e quelle "creative driven". Le attività core sono quelle più strettamente considerate culturali e creative: architettura e design, comunicazione, audiovisivo e musica, software e videogiochi, editoria e stampa, arti performative e arti visive, patrimonio storico e artistico. La componente "creative driven", invece, comprende "tutte le attività economiche non strettamente culturali, ma che contribuiscono ad arricchire il patrimonio culturale del Paese grazie alla presenza di professionisti con competenze significative nella filiera, per esempio un designer che lavora nel settore dell'automotive o un regista che opera nell'ambito della moda". Focalizzando l'analisi sulla sola componente core, "il Lazio - si legge nel rapporto - conferma l'incidenza maggiore sull'economia regionale in termini sia di valore aggiunto (4,9%) sia di occupazione (4,8%)". Per incidenza del valore aggiunto generato dalle attività creative driven sul totale regionale, "al Lazio si affiancano il Veneto e il Friuli Venezia Giulia (2,8% in tutti i casi), mente la Toscana e il Veneto registrano la maggiore incidenza in termini di occupati (2,9%)". Ma quali sono i settori di maggior eccellenza del Lazio? Come si intuisce facilmente la regione è trainata dalla forte attrattività turistica e culturale di Roma, che da sola riesce a generare "un valore aggiunto culturale di oltre 15 miliardi di curo, pari al 14,8% della filiera nazionale e al 7,6% della ricchezza regionale". A livello di occupazione questo dato si traduce in 205mila persone impiegate nel settore, "equivalenti al 13,2% del sistema nazionale e al 7,3% dell'occupazione regionale". Ma il Lazio si aggiudica un altro primato regionale: guardando la spesa turistica comprensiva di consumi culturali, è la prima regione d'Italia con un fatturato di 6,1 milioni (pari al 15% della spesa complessiva a livello nazionale). "L'86% della spesa - specifica l'analisi - è da attribuire a un turismo che ha fatto registrare consumi legati anche alla cultura". Dai dati nazionali, infine, emergono le specializzazioni regionali, e il Lazio spicca anche nei settori della comunicazione (18,2%) e dell'audiovisivo e musica (10%). La musica, le produzioni audiovisive e la comunicazione comparti trainanti insieme al turismo.