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Parla il rettore Giovanni Cannata all'inaugurazione dell'anno accademico: spazio alla tecnologia a supporto degli studenti «Innovazione, connessione al lavoro e ricerca Così puntiamo alla formazione d'eccellenza» «Ha visto il nostro logo? una nave stilizzata. Ecco, la mia priorità è migliorare ulteriormente la nostra navigazione e solcare i nuovi mari, quelli dell'innovazione, della tecnologia». A colloquio con il Tempo, sceglie una metafora il rettore di Unimercatorum Giovanni Cannata. Parla al nostro taccuino quando sta per iniziare l'inaugurazione dell'anno accademico, che si è svolta ieri. L'inaugurazione dell'anno accademico è un momento in cui l'ateneo individua la rotta per la sua popolazione universitaria, gli obiettivi. Che messaggio arriva da Unimercatorum? «Il punto fondante della nostra agenda per quest'anno è prepararsi ad ottenere un'alta valutazione di qualità da parte dell'Agenzia Nazionale competente. Questo è l'impegno più forte che abbiamo. Io individuo tre pilastri: innovazioni didattiche, per essere all'avanguardia nella formazione universitaria; connessione strategica con il mondo del lavoro; ricerca di qualità. Quest'anno, in aggiunta ai corsi che abbiamo nell'area giuridica, economica e della comunicazione, ne abbiamo attivati due ulteriori: riguardano la cybersicurezza e la comunicazione internazionale. Poi abbiamo spinto molto sul placement, per accompagnare gli studenti verso l'inserimento nel mondo del lavoro». Il vostro ateneo è stato fondato nel 2006, quasi vent'anni fa. Come vi avvicinate al secondo giro di boa? «Dal nostro ateneo sono passati circa 110mila studenti, attualmente sono 62mila. Un terzo di questi studenti appartiene alla fascia d'età 18-25 anni, un terzo alla 26-34. È lo specchio di una popolazione studentesca giovane. Poi abbiamo conosciuto anche uno sviluppo territoriale: siamo partiti da una connotazione più spostata sul Mezzogiorno, oggi invece gli studenti provengono da tutte le parti d'Italia. Abbiamo circa 160 docenti di ruolo scelti con procedure selettive, 260 a contratto che sono esperti con curriculum riconosciuto o sono giovani studiosi con dottorato o con abilitazione scientifica nazionale. Poi continuiamo a innodune delle nuove funzioni didattiche, alcune basate sull'intelligenza artificiale. Per esempio utilizzando in modo ragionato i chatbot per preparare gli studenti agli esami. Stiamo sviluppando le migliori tecnologie anche per i laboratori virtuali, come si fa in molte parti del mondo». C'è un confronto, non sempre positivo, che accompagna il mondo delle università telematiche. «C'è chi le ha definite il male assoluto e non c'è affermazione più sbagliata di questa. Le telematiche rappresentano un modo diverso di fare didattica, ma i contenuti, e i principi della didattica sono sostanzialmente gli stessi. I professori vengono reclutati secondo normative italiane. Le università rappresentano da sempre, un fulcro di ricerca e di elaborazione culturale molto attive nella società. Com'è possibile realizzare questi obiettivi in un ateneo telematico? «Certo. Le cito alcune nostre iniziative. Noi abbiamo organizzato un convegno che ha visto coinvolti circa 700 studiosi di 87 Paesi. Importante poi è il capitolo collaborazioni: abbiamo rafforzato quella con il sistema Unioncamere, nostro socio fondatore, per quanto riguarda l'attività import-export e l'elaborazione di progetti di ricerca e formazione per quanto riguarda il Piano Mattei. Abbiamo una collaborazione con l'associazione Ali per un progetto di formazione rivolto ai territori marginali del Paese. Con Symbola invece lavoriamo su tematiche riguardanti la sostenibilità. Mi piace definire tutto questo l'ecosistema, di Unimercatorum. Un ecosistema molto fertile e vitale, dove si muovono le idee».

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Int. a G.Cannata: "Innovazione, connessione al lavore e ricerca. Cosi' puntiamo alla formazione d'eccellenza" | Il Tempo

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