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Altro impegno fu quello per la tutela del Vallone Porto a Positano, un sito di interesse comunitario per le sue peculiarità naturalistiche. Una piccola Amazzonia, venne definita nei giorni in cui tanti, tra cittadini, politici e ambientalisti, si opposero alla costruzione di briglie in calcestruzzo che avrebbero distrutto un ecosistema perfetto che dalla statale 163 si estende sino alla località "Ponte di Nocelle", per una superficie complessiva di circa 11 ettari. Simile a quello della Valle delle Ferriere l'ecosistema di quel tratto di territorio ospita interessanti esemplari sia di flora, come le felci Pteris cretica e Pteris vittata. Anche in questo caso il Wwf (proprio nel gennaio dello scorso anno furono liberate proprio nel Vallone Porto decine di esemplari di anguille) e il suo presidente fecero la loro parte ottenendo la rescissione, da parte dell'amministrazione comunale di Positano, del contratto con la ditta che avrebbe dovuto realizzare il progetto delle briglie di cemento fortemente avversato da tutte le associazioni ambientaliste, nazionali e locali. Altro impegno fu quello profuso al fianco di Greanpeace contro l'installazione al largo di Cetara degli impianti per la stabulazione dei tonni. Strutture removibili che vennero osteggiate dalle associazioni ambientaliste anche con clamorose azioni di protesta una delle quali, nell'agosto del 2007, venne condotta in mare: c'era anche Romina Power. Quel progetto, definitivamente archiviato, fu sospeso dal Tar Campania a cui fecero ricorso le associazioni ambientaliste che avevano avviato l'iniziativa " Campagna Mare" in difesa del Mediterraneo e delle specie ittiche minacciate dalla pesca. ()RIPRODUZIONE RISERVATA IL RICORDO Mario Amodio La tutela del vallone porto a Positano, il mare della Costiera sottratto agli interessi delle aziende petrolifere, le gabbie di stabulazione dei tonni al largo di Cetara. Sono state almeno tre le grandi battaglie condotte e vinte anche dal Wwf e dal suo fondatore Fulco Pratesi lungo la Divina. Ad eccezione dell'auditorium progettato per Ravello dall'archistar brasiliana Oscar Niemeyer che dopo il "si" di Legambiente, che con l'allora presidente Ermete Realacci si schierò a favore dell'intervento urbanistico poi realizzato dalla giunta regionale guidata da Antonio Bassolino, sancì una spaccatura tra le associazioni ambientaliste sempre unite fino a quel momento in difesa dell'ambiente. Battaglie che hanno visto Pratesi sempre in prima linea a cominciare da quella che negli anni Ottanta fu condotta da ambientalisti e amministratori locali che si opposero con forza all'ipotesi di veder installate al largo della Divina piattaforme per l'estrazione di idrocarburi. Anni di scontri e tensioni culminate con una storica vittoria in sede giudiziaria ottenuta anche grazie al sostegno del Wwf e il cui ricordo di quell'azione sinergica tra amministratori e associazioni dedite alla tutela dell'ambiente è sintetizzata in un meraviglioso pannello maiolicato il dal titolo «Io preferisco i fiori» realizzato da Manuel Cargaleiro e installato proprio ad Amalfi per suggellare e ricordare la battaglia vinta contro le trivellazioni petrolifere al largo della Divina.

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Addio a Pratesi, così difese le bellezze della Costiera | Il Mattino

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