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Alberi monumentali in Puglia: patrimonio da salvare e preservare a pagina 6 Bassa la resa produttiva di questi ulivi, ma immenso, unico e prestigioso il tesoro da esportare Alberi monumentali in Puglia: patrimonio da salvare e preservare Negli ottantotto piccoli comuni regionali si stagliano tutti i meravigliosi alberi monumentali censiti in Puglia, di cui quasi la metà in aree protette: patrimonio di biodiversità, che conta anche le varietà di querce presenti in Italia, da tutelare per l'enorme valore storico, biologico, ambientale ed ecologico. Ad affermalo è Coldiretti Puglia, in relazione al rapporto 'Piccoli Comuni e Alberi Monumentali d'Italia 2024' promosso da Fondazione `Symbola' e Ministero dell'Agricoltura, confermando che sono ben centottanta gli alberi monumentali in Puglia, con esemplari che raggiungono anche i 40 metri di altezza e quasi 900 centimetri di circonferenza, mentre sale l'allarme per la Piana degli Ulivi Monumentali sotto attacco del batterio killer Xylella fastidiosa. In provincia di Lecce, nel piccolo comune di Supersano, il cui nome deriva dal latino "super sanum" per indicare la salubrità del luogo, si trova la quercia della masseria di Macrì, albero che è stato per anni al centro di una discussione tra i botanici per stabilirne l'appartenenza ad una specie piuttosto che a un'altra. In un primo momento si riteneva fosse un esemplare di Quercus dalechampii, ma dopo approfondite analisi oggi sappiamo che la pianta è un ibrido tra Quercus virgiliana e Quercus amplifolia. Più che per l'altezza (19 metri), la quercia di Macrì colpisce per l'ampiezza della sua chioma, che in estate fornisce riparo dal sole mentre in autunno dona un vero e proprio spettacolo cromatico con colori che spaziano dal rosso spento al giallo e l'arancio. Lasciando il paesaggio rurale in favore di quello urbano, nel piccolo comune di Rodi Garganico (FG ), noto per la produzione di agrumi certificati IGP come l'arancia del Gargano e il limone femminello, in una piazza che affaccia sul mare, cresce un bell'esemplare di pino d'Aleppo secolare. Tra le roverelle, invece, si può citare quella che cresce nel piccolo comune di Volturino (Fg ), una delle ultime querce superstiti tra quelle che un tempo formavano le fitte foreste sulle propaggini che dai Monti Dauni scendono verso il Tavoliere delle Puglie. L'albero, che offre rifugio a pipistrelli, uccelli e rettili, si trova lungo il tratturo Lucera-Castel di Sangro, una delle principali vie della transumanza, antica pratica di migrazione delle greggi riconosciuta come bene immateriale dell'umanità dall'Unesco. A Martina Franca (Ta), nella Riserva Statale Murge Orientali, cresce un bel fragno secolare che ha raggiunto i 16 metri di altezza. In Italia quest'albero cresce solo nelle Murge pugliesi e materane. Gli esemplari che fanno parte dell'albo verde si contraddistinguono per l'elevato valore biologico ed ecologico (età, dimensioni, morfologia, rarità della specie, habitat per alcune specie animali), per l'importanza storica, culturale e religiosa che rivestono in determinati contesti territoriali, per il loro stretto rapporto con emergenze di tipo architettonico, per la capacità di significare il paesaggio sia in termini estetici che identitari. Tra le nuove iscrizioni spiccano per numerosità i cedri, le querce, i platani e i faggi, mentre fanno la loro prima comparsa nell'Elenco alcune specie come l'acero palmato rosso, la camelia e l'anagiride. Ma andiamo avanti. Nella Piana degli Ulivi Monumentali è altissima la concentrazione di ulivi millenari con ben 250mila esemplari di pregio straordinario che potrebbero fregiarsi del prestigioso riconoscimento di patrimonio dell'Unesco'. Si stima che alcuni potrebbero addirittura avere un'età fino a 3mila anni, con circonferenze che superano i 10 metri. Una ricchezza dal punto di vista storico e turistico sino ad oggi mantenuta in vita soprattutto grazie all'impegno di generazioni di agricoltori, anche a prezzo di sacrifici considerevoli. La gestione di un ulivo monumentale è, come rileva ancora Coldiretti/Puglia, molto più complicata, con rese produttive assai più basse rispetto a una normale pianta, ma anche la necessità di procedere a una raccolta esclusivamente manuale e maggiori difficoltà a livello di potatura e di trattamento. Antonio De Luigi Poco meno di duecento quelli rimasti negli ottantotto piccoli comuni sparsi sul territorio regionale, con esemplari che raggiungono 40 metri di altezza e 900 centimetri di circonferenza.

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Alberi monumentali in Puglia: patrimonio da salvare e preservare | Quotidiano di Bari

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