Alcantara è al tempo stesso un materiale, un’azienda e un brand. Da 50 anni, infatti, Alcantara è l’azienda italiana che produce e commercializza l’omonimo materiale a marchio registrato Alcantara, frutto di una tecnologia unica e proprietaria. Alcantara è adatto a ricoprire ogni tipo di superfice essendo soffice al tatto, traspirante, leggero, resistente, fresco d’estate e caldo in inverno, facile da stirare e lavare. È un brand da sempre associato a prodotti luxury ma idonei all’utilizzo quotidiano, capace di coniugare resa estetica, elevate prestazioni tecniche e un’incredibile versatilità, che lo rende adatto alle più ampie applicazioni, dall’abbigliamento e gli accessori, passando per l’automotive, il design, l’elettronica, l’arredamento e l’arte.
Dopo oltre 50 anni passati a sviluppare un materiale che è già impiegato in numerosissimi ambiti, però, poteva risultare difficile per Alcantara riuscire a trovare nuove applicazioni e apportare ulteriori migliorie. È il rischio che corre chi si trova ad osservare qualcosa per troppo tempo, convinto di conoscerne ogni singolo segreto e dettaglio. Basta uno sguardo diverso, capace di ribaltare prospettiva, per cogliere qualcosa di nuovo che un occhio abituato non avrebbe mai potuto scorgere. Per questo, da diversi anni, l’azienda ha deciso di aprirsi al mondo dell’arte e del design instaurando collaborazioni proattive, offrendo il suo materiale per fornire ispirazione a menti creative, stimolandole per aiutare Alcantara a individuare innovative possibilità applicative. Interfacciandosi con designer internazionali affermati in grado di ripensare e stravolgere l’uso del materiale, Alcantara riesce a stare al passo con un mondo in constante evoluzione. Ma l’azienda collabora anche con le università e le scuole di design, proponendo il materiale agli studenti attraverso workshop di progettazione, spesso incentrati su settori completamente inesplorati per Alcantara e in assoluta libertà creativa. La contaminazione con il mondo dell’arte trova il suo vertice nella collaborazione con Palazzo Reale di Milano, dal 2015 al 2020, e in quella decennale con il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, dove sotto la curatela di artisti e designer italiani ed esteri sono state organizzate esibizioni di opere in Alcantara, alcune delle quali sono poi rimaste nella collezione permanente del Museo. La prima edizione del Progetto Alcantara con il MAXXI, che si chiamava “Can You Imagine?” proprio per sottolineare le infinite possibilità espressive del materiale, ha coinvolto designer di fama internazionale come Massimiliano Adami, Marcel Wanders, Oki Sato e Paola Navone, a cui è stato chiesto di reinterpretare il materiale Alcantara in chiave artistica. Oltre a una grande visibilità e al ritorno di immagine, questa contaminazione offre all’azienda il vantaggio di mantenere sempre il contatto con le nuove tendenze in termini di stile, fornendo soluzioni che trovano un riscontro sul mercato. Nel passaggio dal piano creativo a quello industriale, come avviene ad esempio quando il materiale viene fornito al mondo dell’automobile o dell’elettronica di consumo, l’azienda e l’artista/designer devono convergere verso un risultato capace di soddisfare anche i requisiti tecnici oltre a quelli estetici. La collaborazione è ben rodata e strutturata in diversi passaggi: l’azienda racconta sé stessa e il materiale al designer, che viene invitato presso lo stabilimento per osservare da vicino il processo produttivo, offrendo i primi feedback e avanzando le richieste tecniche per il progetto da sviluppare. Il materiale, che ha una sua formula brevettata e ben precisa, può essere infatti modificato nella sua resa estetica e corretto in alcune sue caratteristiche, mixandolo ad altri materiali e regolandolo in termini di peso o di spessore. Successivamente, l’artista ritorna in azienda confrontandosi con i designer interni e i tecnici Alcantara, in una dialettica che può durare anche mesi, fino a convergere verso il risultato finale. Una perenne contaminazione che permette al materiale di trovare forme di espressione inedite e inaspettate perfino per chi lo produce, trasformandosi per esempio nel rivestimento di un biliardo o in una tavola da scrittura per calligrafi.