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A giugno torna il Salone del Mobile a Milano, da sempre un evento che racconta tendenze e umori del mondo del design. Il design è uno degli asset dell’azienda Italia; con moda e cibo racconta ed esporta un lifestyle che tutti ci invidiano, raccogliendo i segnali di cambiamento e trasformandoli in oggetti e arredi, tecnologie e sistemi, per il vivere il nostro tempo. Come si è evoluto negli ultimi anni? A quali mete sta puntando? Per rispondere ci viene in aiuto l’osservazione quantitativa e qualitativa sul settore del design che, ogni anno, Fondazione Symbola, Deloitte Private e Polidesign realizzano in collaborazione con ADI-Associazione per il Disegno Industriale, Logotel, CUID, Comieco e AlmaLaurea.

Intanto, diamo qualche numero: il settore conta 30 mila imprese, che hanno generato nel 2020 un valore aggiunto pari a 2,5 miliardi di euro, con 61mila occupati, diffuse in tutta Italia ma con una maggiore concentrazione in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, dove si localizza il 60% delle imprese. Tra le provincie, primeggiano Milano (15% imprese e 18% valore aggiunto nazionale) Roma (6,7% e 5,3%), Torino (5% e 7,8%); di queste trentamila, il 44% opera all’estero (8,9% extra Ue), il 45% su scala nazionale, mentre il 10,8% su scala locale.

La ricerca evidenzia un’evoluzione rispetto ai servizi richiesti: infatti, se il 58% offre consulenza di stile e il 25% di processo, nascono dal mercato nuove richieste rispetto ad attività di consulenza per comunicazione (nel 59% dei casi), branding (52%), marketing (46%), R&S (44,3%) e packaging (32,9%). La ricerca di packaging, che vira sempre di più su carta e cartone, ha uno stretto legame con la spinta verso la sostenibilità, che caratterizza tutte le imprese; e così lo studio a questo tema dedica un capitolo che approfondisce a che punto siano le competenze in grado di soddisfare le richieste del mercato. A conti fatti i risultati sono abbastanza soddisfacenti: più della metà (55,1%) dichiara di possedere una competenza di “medio” livello sulla sostenibilità e di “alto” livello nel 33,9% dei casi; mentre, poco più dell’11% ritiene di avere un livello di competenza “basso” o quasi nullo.

Sostenibilità che viene declinata in molteplici aspetti, a cominciare dalla progettazione per la durabilità, che coinvolge il 57,6% degli intervistati: parliamo di prodotti che prevedono aggiornamenti e sostituzioni di componenti per vivere più a lungo. Per il 43,4% la progettazione, invece, riguarda la riduzione dei materiali e l’utilizzo degli scarti e il 34% guarda alla riciclabilità, grazie all’impiego di materiali facili da recuperare. Infine, un 13,3% si dedica al design per il disassemblaggioArredo e automotive, rispettivamente, con il 69% e il 56%, sono i settori che traiano la domanda di sostenibilità nel design, seguiti dall’immobiliare (38%), dall’abbigliamento (30%) e dall’agroalimentare (13,3%).

Infine, la ricerca ha indagato sull’offerta di competenze, e a quanto pare l’Italia non ha di che lamentarsi, con le sue 22 Università, 16 Accademie delle Belle Arti, 15 Accademie Legalmente Riconosciute, 22 Istituti privati autorizzati a rilasciare titoli AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale) e 6 ISIA (Istituti Superiori per Industrie Artistiche), che offrono un totale di 291 corsi di studio, distribuiti in tutto il Paese e a tutti i livelli. Secondo la ricerca, top è il Politecnico di Milano, primo nei Paesi Ue e quinto al mondo (classifica QS World University Rankings by Subject per il design). Ottime performance in quest’ambito anche per l’Istituto Europeo di Design (IED) e la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA). Complessivamente, i designer formati nel 2019 sono 9.362 (il 13,5% in più rispetto al 2018); di questi, due terzi risiedono al Nord, e quasi la metà in Lombardia.

Come sottolineano i ricercatori, in un momento di forte cambiamento, come quello che stiamo vivendo, il ruolo che si chiede al design di giocare, ci riporta agli anni 70, quando, una schiera di giovani, ridisegnarono il modo di vivere degli italiani e non solo. La sfida che si pone oggi è simile nella portata ad allora e i numeri per vincerla ancora una volta ci sono tutti, non resta che giocare la partita.

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Come sta cambiando l'industria del design, dalla ricerca di sostenibilità ai servizi - Cristina Lazzati | La Repubblica

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