La convinzione che Conte condividerà con i sottoscrittori del Manifesto, tra cui Confindustria, Enel, Novamont e Coldiretti, è chiara: «Ritrovando le radici profonde della sua cultura solidale, l'Italia può promuovere un modello di sviluppo sostenibile in grado di riannodare i legami tra le comunità produttive del territorio, valorizzando l'artigianato e il commercio, sostenendo la piccola industria sempre più inserita nelle catene del valore globali e ricomponendo le filiere interne nelle quali grande, media e piccola industria possono godere di vantaggi reciproci». Per il premier, «tornare a prenderci cura di quella che Papa Francesco, nell'enciclica Laudato sì, definisce "la nostra casa comune", ovvero il Pianeta» non rappresenta affatto un vincolo allo sviluppo, «ma ne è al contrario il miglior presupposto in Italia, in Europa e nel mondo intero». Conte citerà gli strumenti di cui si è dotato il Governo per raccogliere la sfida, dal green new deal alla cabina di regìa Benessere Italia.
Manuela Perrone | Il Sole 24 Ore