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Il premier ha incontrato a Palazzo Chigi padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi, padre Enzo Fortunato, direttore della Rivista San Francesco ed Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola

Si proceda con celerità, forza e determinazione per dare fiducia ai cittadini ed energia alla ripartenza che ci attende in un momento complesso, delicato e drammatico del nostro Paese. Gli argini del nostro cammino senza se e senza ma dovrebbero essere semplificazione e sburocratizzazione.

Il rischio è rimanere intrappolati nella rete e nelle maglie delle carte, rallentando il cammino. Ecco il motivo dell’incontro con il presidente del consiglio Giuseppe Conte. Più che un onore, una conversazione, per portare con mitezza e fermezza francescane il grido di tanta povera gente sulla scrivania di chi in questo momento guida il nostro prezioso Paese. Eravamo con l’amico Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, con il quale in tempi non sospetti, prima di essere travolti dalla pandemia, avevamo “raccolto” ad Assisi una delle piattaforme più belle ed eterogenee della nostra società. Dove convergevano mondo religioso, politico, sociale, imprenditoriale. Tutti uniti dall’unico scopo di ridisegnare un’economia che sia veramente a misura d’uomo e contro la crisi climatica come sancito dal “Manifesto di Assisi”. Un nuovo sistema economico che metta al primo posto le famiglie, i lavoratori stagionali, i precari. Insomma i diversi colori che vivono in uno dei paesi più belli del mondo e che ora più che mai sono oscurati dalle conseguenze economiche e sociali della crisi sanitaria.

L’incontro a Palazzo Chigi è stato un passo ulteriore sulla strada costituita da quei valori che mettono in dialogo uomo e ambiente, istituzioni e comunità, persone e imprese. La sfida potrà essere affrontata con successo solo con l’efficace partecipazione di tutti: intervento pubblico e risorse private, indirizzando l’azione dello Stato verso una rapida e massiccia opera di semplificazione e sburocratizzazione. Proprio su questo si è espresso il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti: «Semplificare è un atto di coraggio e di fiducia nei confronti dei cittadini». E citando poi il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy ha aggiunto: «Non chiedetevi quello che lo Stato può fare per voi, ma quello che voi potete fare. La funzione pubblica è quella di vigilare affinché poi le risorse siano utilizzate per il bene comune. Abbiamo voluto incoraggiare a proseguire con determinazione sulla via della semplificazione affinché non siano solo i “consensi” a guidare l’azione, ma il bene comune. Sarà poi quest’ultimo – ha concluso – a generare consenso e a spronare ciascuno a riconoscere il proprio ruolo di protagonista in questo processo di cambiamento».

Un processo che avrebbe dovuto vedere una importante tappa lo scorso marzo, ancora una volta nella città di san Francesco: Assisi avrebbe dovuto ospitare «The Economy of Fancesco», l’evento di tre giorni voluto da Papa Bergoglio, cui avevano aderito imprenditori e migliaia di giovani da tutto il mondo per definire insieme un’economia più giusta, inclusiva e sostenibile, senza lasciare nessuno indietro. Un appuntamento solo rinviato - a causa dell’emergenza Covid – al 21 novembre 2020. Per procedere in questo cammino c’è bisogno del coraggioso impegno di tutti. Perché, come ha ricordato papa Francesco nella Lettera Enciclica Laudato si’, «tutto è intimamente connesso e la Terra è la nostra «casa comune». Concludo facendo mie le parole di Francesco d’Assisi: “Il Signore ci dia pace”.

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Conte incontra i promotori del «Manifesto di Assisi» per ridisegnare un’economia a misura d’uomo - Padre Enzo Fortunato | Corriere.it

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