La twin transition – ecologica e digitale – dell’industria automotive italiana ed europea diventa sempre più sfidante in una fase in cui il trend di elettrificazione dei veicoli venduti è ancora al di sotto dei livelli previsti per il raggiungimento dei target UE di decarbonizzazione della mobilità – con i conseguenti impatti sui volumi produttivi e sulle strategie di investimento dei produttori di autoveicoli – c’è un gap nello sviluppo delle infrastrutture di ricarica e si diffondono i timori legati all’ingresso di nuovi player competitivi sul mercato dell’elettrico, mentre alcune economie chiave del Vecchio Continente, come quella tedesca, rallentano e, nel mondo, aumentano i focolai di tensione a livello geopolitico.
L’Italia sta proseguendo, seppur lentamente, con lo sviluppo e l’implementazione della mobilità elettrica. A giugno 2024 il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno inviato alla Commissione europea il testo definitivo del Piano Nazionale integrato Energia e Clima (PNIEC 2024). Il documento conferma gli obiettivi raggiunti nella prima proposta di giugno 2023, adottando un approccio tecnologicamente neutrale relativamente al settore trasporti. Oltre allo sviluppo delle fonti rinnovabili elettriche, l’obiettivo è mettere in atto le seguenti attività: produzione di combustibili rinnovabili come biometano e idrogeno, utilizzo di biocarburanti, diffusione di auto elettriche e riduzione della mobilità privata. Il Piano prevede 4,3 milioni di veicoli elettrici in circolazione al 2030. Prosegue, intanto, l’incremento della quota di produzione nazionale di autovetture elettriche e ibride (BEV + PHEV + HEV[1]), che passa dal 40% del 2021 a quasi il 66,3% del 2024.[2]