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«To see the beauty of life»: ovvero, cogliere la bellezza della vita in ogni sua forma. Che un brand del lusso quale Luxottica- ambasciatore nel mondo dell'occhiale per eccellenza, che ha saputo trasformare uno strumento correttivo della vista in accessorio e, poi, in emblema di status symbol, si ispiri alla bellezza, non stupisce. Può sorprendere, invece, come traduca la locuzione "in ogni sua forma" fino a pubblicare un Codice Etico con i princìpi cardine di un certo modo di fare impresa, responsabilità sociale compresa. Il risultato stesso del processo produttivo - un occhiale di "qualità" - è frutto e punto di incontro tra la missione aziendale, a sostegno del benessere delle persone, e l'approccio alla sostenibilità, radicata, fin dalle origini, nel Dna del gruppo. Cogliere la bellezza della vita in ogni suo aspetto, non solo formula, dunque, ma espressione integrante di una specifica strategia, in cui dipendenti e collaboratori si riconoscono. Perché una filosofia si concretizzi in progetti che coinvolgano il corpo aziendale, le linee guida del capitolo sostenibilità devono accompagnare ogni processo. «Ci riferiamo a pilastri - attenzione costante all'eccellenza, cura degli occhi, responsabilità sociale e tutela dell'ambiente - alla ricerca dell'equilibrio tra salute, etica e trasparenza», sintetizza Elena Dimichino, la giovane manager Sustainability Director di Luxottica, «traendo spunto dai report internazionali in cui ci identifichiamo, partendo da due caposaldi: l'Agenda 2030 delle Nazioni, approvata nel 2015 dai 195 Paesi dell'Onu, contenente i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, e la Conferenza di Parigi sul clima, con il piano d'azione globale contro i cambiamenti climatici».

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Così Luxottica mette a fuoco la crescita inclusiva - Silvia Camisasca | Avvenire

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