L'Italia è un Paese che va conosciuto e studiato di più. Noi la studiamo e la raccontiamo da vent'anni, anche attraverso il nostro sito: invito tutti a dargli un'occhiata, perché è una piccola Wikipedia della cultura e della creatività italiana». In questa frase del suo direttore generale Domenico Sturabotti la mission di Symbola, la Fondazione che da vent'anni studia il ruolo della cultura e della creatività come asset economico per il nostro Paese. Ed è proprio a Sturabotti, ospite di Eureka Day venerdì a Villa Manin, che abbiamo chiesto quanto e come cultura e creatività riescano oggi a incidere sull'economia e sul ruolo del made in Italy nel contesto globale. Symbola è un punto di riferimento obbligato per chi vuole "misurare" il peso economico del settore culturale e creativo. Ma è possibile davvero misurarlo, quel peso? «È da tredici anni che Symbola presenta il rapporto Io sono cultura. L'ultimo, partendo dalle banche dati Istat, ci dice che cultura e creatività generano direttamente 95, 5 miliardi di valore aggiunto e danno lavoro a 1 milione e 490 mila persone, di cui più di un terzo sono professionisti culturali e creativi che lavorano non nella cultura ma in altri settori, come la manifattura o la moda. Al di là dei dati misurabili, c'è un'azione sistemica che svolge la cultura, che non è un silos scollegato dal contesto, ma un mondo di sapere che crea ricchezza di per sé, con ricadute su tutti i settori produttivi. L'esempio classico è quello della moda. che vive di cultura e creatività e non a caso è una bandiera del made in Italy. Made in Italy che storicamente esprime la capacità di questo Paese di produrre bene e servizi con una forte valenz a culturale». È ancora così? «La capacità di creatività e innovazione è un fattore spesso sottostimato nell'analisi della nostra economia. Quello che manca, piuttosto, è la capacità di incanalarla in una strategia complessiva, in una cornice capace di dare più forza alla spinta individuale. Mi spiego con un esempio: quando la Corea del Sud capì che il suo futuro non poteva essere affidato solo a due grandi multinazionali dell'automobile e dell'elettronica (Kia e Samsung, ndr), avviò una politica di investimenti di sistema sul settore culturale e creativo. Non a caso la Corea è diventata un leader in Asia nella musica e nell'audiovisivo e costituisce oggi un modello di riferimento per l'immaginario di centinaia di milioni di giovani cinesi. Questo fa da traino anche ai prodotti dell'industria coreana. È quello che ha fatto Hollywood, il cui peso è stato fondamentale nell'orientare verso gli Usa gli stili di consumo di tutto l'Occidente. Il nostro limite, forse, è quello di considerare le politiche sulla cultura come qualcosa che riguarda la gestione di un patrimonio esistente, piuttosto che con un'ottica che guarda al futuro». Nei vostri rapporti, però, continuate a raccontare anche storia di sinergie vincenti tra cultura ed economia... «E anche di aziende che eccellono soprattutto in settori strettamente connessi alla cultura. Non tutti sanno che è italiana l'azienda che ha fornito sedie alla principale catena di cinema americana, come è di fabbricazione italiana la teca che protegge la Gioconda al Louvre e sono italiane le R. D. T Domenico Sturabotti direttore generale Symbola: «Un settore che dà lavoro a 1,4 milioni di persone» Creea di Udine tra innovazione e cambiamento Attiva a Udine dal 2013, Creaa realizza campagne fortemente innovative per il web e la carta stampata. È stata fra le prime imprese di comunicazione in Italia a specializzarsi in Art based intervention: tramite l'art thinkìng, avvicina l'arte alle imprese e realizza interventi artistici all'interno di organizzazioni complesse per stimolare l'innovazione, il cambiamento, il miglioramento delle competenze e delle condizioni cli lavoro. (r. d. t.) Con Willeasy a Martignacco è innovazione Realtà aumentata, gaming e realtà virtuale sono il pane quotidiano, ma Willeasy non è soltanto questo: la startup di Martignacco (Udine), attiva dal 2018, è nata con una spiccata mission sociale. Capace di abbinare l'offerta degli strumenti di information technologypiù avanzati a strategie più tradizionali di comunicazione, ha sempre come obiettivo prioritario quello di stimolare un approccio più inclusivo al modo di fare business. (r. d. ) Borderstudio: da Trieste i corti di confine Produzioniper l'industria cinematografica e per le tv, servizi di comunicazione e promozione per le aziende, percorsi di formazione e consulenza per committenti privati e pubblici. Fondata a Trieste nel 2014, Borderstudio "scrive", sviluppa, produce e co-produce documentari, cortometraggi, progetti di comunicazione e promozione, dalla regia fino alla post-produzione. A caratterizzare la sua attività anche una forte impronta sociale. (r.d. t) Museo interattivo con Immaginario scientifico a Trieste L'Immaginario Scientifico è un museo interattivo, dove il visitatore sperimenta e tocca con mano ciò che vede, in un gioco di scoperta che gli dà la possibilità di comprendere le leggi naturali e le interpretazioni che sono state elaborate per studiarle. Un percorso che cresce nel tempo e nel territorio (oltre a Trieste il museo ha sede anche a Pordenone), per ospitare nuovi spazi, corsi e laboratori di divulgazione scientifica.
Riccardo De Toma | Il Messaggero Veneto