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«La cultura è la più luminosa delle armi lunghe», scrisse Gabriele d'Annunzio nella Carta del Carnaro. La citazione scelta come titolo per la giornata di inaugurazioni che ieri a Gardone Riviera, al Vittoriale degli Italiani, ha visto la partecipazione del ministro della Cultura Alessandro Giuli - ben si addice allo sviluppo che le industrie culturali e creative, settori sempre più strategici per facilitare la ripresa economica e sociale italiana, registrano nella Provincia di Brescia. I numeri parlano di una fonte significativa di posti di lavoro e ricchezza. Bellezza e cultura sono parte del dna italiano e ora, sempre più, anche di quello bresciano. A confermarlo sono i dati del quattordicesimo rapporto Io sono cultura, riferiti a12023, frutto della collaborazione tra Fondazione Symbola, Unioncamere e il Centro Studi Guglielmo Tagliacarne. Brescia è la settima provincia in Italia per ricchezza prodotta dal comparto culturale e creativo. Nel 2023, la cultura nel Bresciano ha generato 2,040 miliardi di euro (pari al 2% del totale nazionale): un dato in decisa crescita, che ha recuperato e superato i livelli pre-Covid (1,913 miliardi nel 2022; 1,673 nel 2021; 1,558 nel 2020; 1,772 nel 2019). Il quadro. Nella classifica nazionale, Brescia si colloca subito dopo le grandi province di Milano (18,5 miliardi di euro), Roma (14,1), Torino (5,7), Napoli (3,3), Bologna (2,7) e Firenze (2,6), precedendo Bergamo (2,004 miliardi), ottava in graduatoria e di fatto appaiata alla nostra provincia per valore prodotto. Un dato che conferma come, per le due città lombarde, essere state Capitale Italiana della Cultura nel 2023 abbia portato importanti benefici: dalla crescita dei flussi turistici alla valorizzazione del patrimonio culturale. Brescia e Bergamo insieme costituiscono il quarto polo culturale italiano per valore aggiunto e occupazione nel settore. Per quanto riguarda gli occupati, la provincia di Brescia si piazza all'ottavo posto in Italia con 29.038 addetti (1'1,9% del totale nazionale). In questa graduatoria, oltre alle grandi province già citate, ci precede anche Padova. Anche in questo caso il dato è in crescita ed è quasi tornato ai livelli pre-pandemici: gli occupati erano 28.406 nel 2022; 27.812 nel 2021; 28.136 nel 2020; 28.987 nel 2019. Il sistema produttivo culturale e creativo analizzato dal rapporto di Fondazione Symbola include diversi ambiti: architettura e design, comunicazione, audiovisivo e musica, videogiochi e software, editoria, arti performative e visive, conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico. A questi si aggiungono le attività cosiddette «creative driven», che non producono direttamente beni e servizi culturali ma utilizzano la cultura come input per accrescere il valore simbolico dei prodotti, e quindi la loro competitività. Il comparto è in forte crescita a livello nazionale. Nel 2023, il valore aggiunto e l'occupazione nel sistema produttivo culturale e creativo si sono attestati rispettivamente a 104,3 miliardi di euro (+5,5% rispetto al 2022) e 1,5 milioni di addetti (+3,2%). Il settore dei software e videogiochi è quello che contribuisce maggiormente alla ricchezza della filiera, con 16,7 miliardi di euro di valore aggiunto. Sempre secondo il rapporto, cultura e creatività, direttamente o indirettamente, generano in Italia un valore aggiunto complessivo di circa 296,9 miliardi di euro. Non mancano, tuttavia, le criticità. Analizzando i dati relativi ai tipi di contratto e alle modalità di lavoro nel settore culturale e creativo, emerge una certa precarietà, seppure concentrata in comparti specifici. La precarietà è più marcata nelle performing arts e arti visive (30,8%), nelle attività di valorizzazione del patrimonio storico e artistico (23,9%) e nel settore dell'architettura e design (20,2%). Al contrario, nel comparto audiovisivo e musicale i contratti a tempo determinato sono meno diffusi (8,9%). E a proposito di criticità, non possiamo non ricordare che a Brescia (e Bergamo) non c'è un soprintendete di ruolo ai beni culturali dallo scorso gennaio, da quando, cioè, l'architetto Luca Rinaldi ha lasciato, giunto all'età della pensione, il ruolo di guida alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.

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Cultura, a Brescia vale 2 miliardi | Giornale di Brescia

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