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Presentato il dossier sulle ricadute economiche di eventi e spettacoli che sarà al centro del convegno oggi dalle 15 alle 18 al Blue District in via del Molo 65, al Porto Antico.

Con la cultura non si mangia? La celebre - e infelice - uscita, attribuita ormai parecchi anni fa a un ex ministro (e poi smentita), viene smontata dai dati. Perché il sistema produttivo culturale e creativo, in Liguria, produce due miliardi di euro di valore aggiunto e dà lavoro a più di 34 mila occupati. A trainare è Genova, con 1.470 milioni di euro di valore aggiunto e 22.402 occupati, seguita da Savona con 261 milioni di euro di valore aggiunto e 3.261 occupati. Alla Spezia il valore aggiunto è di 245 milioni di euro e gli occupati sono 4.335, mentre a Imperia, infine, il lavoro è per 3.194 persone e il valore aggiunto è di 181 milioni di euro.

Sono queste le cifre che emergono da "Io sono cultura 2024", il rapporto annuale di Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro Studi Tagliacarne e Deloitte. Un rapporto che sarà al centro, oggi, dalle 15 alle 18, al Genova Blue District di via del Molo 65 (al Porto Antico) dell'incontro "Io sono cultura 2024. L'Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi", moderato dal vicedirettore del Secolo XIX, Andrea Castanini.

A presentare la ricerca sarà Domenico Sturabotti, direttore della Fondazione Symbola. Nel pomeriggio si susseguiranno gli interventi e le riflessioni di moltissimi ospiti: tra questi gli assessori Lorenza Rosso e Mario Mascia, il direttore del Job Centre Claudio Oliva, il segretario generale della Camera di Commercio Maurizio Caviglia, il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci, il vicepresidente dell'Ordine degli Architetti Andrea Michelini, Silvia Campailla per il Comune di Genova, Giorgio Genta di Ett spa (azienda digitale e creativa) ed Elisa Di Lorenzo di Untold Games (società che sviluppa videogiochi ed esperienze immersive caratterizzate da una forte componente narrativa e impatto emotivo).

«La forza della nostra economia e del made in Italy deve molto, in tutti i campi, alla cultura e alla bellezza. Più che in altri Paesi. Cultura e creatività, oltre ad arricchire la nostra identità e alimentare la domanda di Italia nel mondo, possono aiutarci ad affrontare insieme, senza paura, le difficili sfide che abbiamo davanti. A partire dalla crisi climatica».

E sempre Realacci, presidente onorario di Legambiente, già deputato e presidente della Commissione Ambiente, continua:

«L'Italia, forte dei 296,9 miliardi di valore aggiunto legati alla cultura, può essere protagonista del nuovo ‘Bauhaus’, fortemente voluto dalla Commissione Europea per rinsaldare i legami tra il mondo della cultura e della creatività e i mondi della produzione, della scienza e della tecnologia, orientandoli alla transizione ecologica indicata dal Next Generation EU. Se l'Italia produce valore e lavoro puntando sulla cultura e sulla bellezza, favorisce un'economia più a misura d'uomo e, anche per questo, più competitiva e più capace di futuro come sostiene il Manifesto di Assisi. Anche da questo deriva la forza del nostro export».

A livello nazionale, i settori che crescono maggiormente sono quelli dei software e dei videogiochi, con 16,7 miliardi di euro di valore aggiunto e un incremento dei posti di lavoro di oltre 16 mila unità. Il secondo comparto per ricchezza prodotta e numero di occupati è quello dell'editoria e della stampa, con 11,5 miliardi di valore aggiunto e più di 196 mila addetti.

A seguire ci sono le attività legate ad architettura e design, e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico.

Molti gli aspetti da sottolineare e dibattere, a partire dalla commistione tra cultura e digitale, che avanza in tutti i settori, con un ruolo centrale dei social e, in particolare, di TikTok e Instagram.

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