Investono nel made in Italy e, creando relazioni sul territorio, contribuiscono a ridurre i divari e incrementare il valore aggiunto. L'identikit delle imprese e delle aree geografiche coesive nel rapporto «Coesione e competizione» 2024. di Marta Casadei -a pagina 27 Da imprese e territori coesivi 8.000 euro di Pil pro capite in più Unioncamere-Symbola Nelle aree in cui si coltivano relazioni ci sono maggiore resilienza e meno divari Marta Casadei Il peso delle relazioni - tra imprese, imprese e lavoratori, aziende e pubbliche amministrazioni - che si concretiz z ano nei territori coesivi italiani può valere 8mila euro di Pil pro capite. Come è accaduto nel 2022, quando hanno registrato un valore aggiunto a persona di 34 mila euro contro i 26mila dei territori non coesivi. È questo uno dei dati più significativi che emergono dal rapporto «Coesione e competizione» realizzato da Unioncamere, Fondazione Symbola e Intesa Sanpaolo che verrà presentato il 28 giugno prossimo a Mantova in occasione del seminario di Fondazione Symbola. Il rapporto analizza le peculiarità delle imprese cosiddette coesive- che sono legate alla comunità di appartenenza e al territorio, investono in benessere economico e sociale - che, ad oggi, sono oltre un terzo delle imprese italiane. Ne evidenzia priorità operative e distribuzione geografica, ma soprattutto, le sinergie con i territori, dalle quali derivano effetti positivi come quelli già citati sul Pil. «Queste realtà rappresentano il core del made in Italy- spiega il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli ed esprimono quello che possono potenzialmente diventare tutte le aziende italiane. Hanno un modo di fare impresa "con", e non in antagonismo a qualcuno, perché hanno capito che dalle relazioni, che siano con i lavoratori, con i fornitori o conia Pa, possono scaturire effetti positivi anche a livello economico. Per esempio: avendo una rete di fornitori ai quali si è legati da un rapporto fiducia riprendono decisioni più velocemente». Gli effetti positivi sui territori Proprio la resilienza dei territori coesivi - che è strettamente legata alla capacità di adattarsi a nuovi contesti per "rialzarsi" da una caduta o superare un ostacolo - supera di tre punti percentuali quella dei territori non coesivi: la variazione percentuale del valore aggiunto nominale nel periodo 2019-2022 è del +10,1% contro il 44% Imprese coesive in città medio piccole La quota di imprese coesive è più elevata (44%) nelle città medio-piccole rispetto a quelle grandi (38%) anche perché è nella realtà meno estese dove è più facile stabilire e coltivare relazioni di fiducia. 47% Soddisfazione per la vita Quella nei territori coesivi supera di dieci punti percentuali quella registrata nei territori non coesivi. Questi ultimi perdono il confronto anche sui livelli di volontariato, sulla raccolta differenziata e sulla partecipazione. +7,2% dei territori non coesivi. Questi ultimi perdono anche il confronto sulla distribuzione equa della ricchezza, un tema sempre più importante, vista la generale polarizzazione dei redditi verso la cima della piramide: la quota di contribuenti con un Irpef inferiore ai iomila euro è pari al 29,3% nei territori non coesivi, contro il 23,9% dei coesivi. Quello tra le aree e le aziende capaci di coltivare e valorizzare le relazioni è un mutuo beneficio: il rapporto di Unioncamere, Fondazione Symbola e Intesa Sanpaolo evidenzia come i territori sui quali insistono più imprese di questo tipo siano anche quelli in cui la coesione sociale è più forte. In queste aree geografiche ci sono maggiori livelli di volontariato, di fiducia interpersonale, dipartecipazione civile e politica, raccolta differenziata. Nel confronto spicca un parametro, quello della soddisfazione per la propria vita: nelle regioni con valori superiori alla media la soddisfazione tocca quota 47%, dieci punti percentuali sopra quella delle regioni che hanno valori inferiori alla media. La geografia della coesione Il rapporto analizza l'intensità della presenza delle imprese coesive nelle regioni italiane: «Fatte io° le imprese coesive in Italia, abbiamo calcolato dove si raggiunge l'intensità maggiore», spiega Tripoli. A fronte di una media nazionale del 43%, in testa ci sono Trentino Alto Adige (61%), Valle d'Aosta (59%) e Friuli Venezia Giulia (55%) e Molise (52%), mentre in coda ci sono Basilicata (25%), Liguria (31%) e Sicilia (33%). In generale la quota di imprese coesive è più elevata (44%) nelle città medio-piccole rispetto alle grandi (38%): «La città di media dimensione facilita i rapporti - conclude Tripoli- e il valore della cultura del territorio è fondamentale».
Marta Casadei | Il Sole 24 Ore