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Il rapporto Symbola-Unioncamere. Prete: «In ritardo sulle rinnovabili: nel '22 installata metà della potenza spagnola e un quarto di quella tedesca» di Peppe Aquaro progettazione e sviluppo, logistica, marketing e comunicazione. Segniamoci bene questi settori: perché, chiunque abbia una figlia o un figlio all'università o a pochi mesi dal diploma, farebbe bene a organizzare un immaginario open day. Parliamo di lavoro in chiave green. Mondo dell'impresa e Pubblica amministrazione avranno bisogno, infatti, da oggi al 2027, di almeno 3,8 milioni di lavoratori con esperienze green. Il 65 per cento di questi dovrà avere competenze a un livello medio, mentre il 41 per cento dovrà possedere competenze elevate. Intanto, più di mezzo milione di imprese italiane che hanno investito negli ultimi 5 anni nella green economy, hanno creato 3,2 milioni di green jobs, poco meno del 14 per cento degli occupati. Come è possibile superarci per coprire le previsioni descritte nella quattordicesima edizione del report «GreenItaly», dal sottotitolo, «Una economia a misura d'uomo contro le crisi», a cura di Fondazione Symbola e Unioncamere? «Nel corso di un incontro al Parlamento europeo abbiamo discusso di questa sorta di disallineamento tra richieste di figure professionali, legate alla green economy, e formazione. I numeri parlano chiaro: una professione su due in Italia non si trova», osserva Andrea Prete, presidente di Unioncamere, secondo il quale occorre puntare di più sui corsi post diploma degli Istituti tecnici superiori, realizzati sulle esigenze delle imprese del territorio. «Ma dovremmo anche orientare le cosiddette lauree delle discipline scientificotecnologiche verso l'universo femminile, risorsa importantissima in tema di occupazione», aggiunge il presidente, al quale non sfuggono nel report Greenitaly realizzato con il Centro studi Tagliacarne, il patrocinio del ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica e la collaborazione di Conai, Novamont, Ecopneus ed European Climate Foundation -, gli aspetti dove «l'Italia riesce a fare l'Italia» (per dirla con le parole di Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola)». «Con 129 punti continua Prete siamo nel gruppo degli Eco-leaders, ottavi nel ranking assoluto e, secondo i dati Eurostat, il tasso di avvio al riciclo dei rifiuti lo scorso anno ha raggiunto il record di 83,4%, superiore a tutte le altre potenze economiche dellTuropa». E ancora: soltanto nel 2022, i contratti legati alla green economy sono stati poco meno di un milione e goo mila, il 35,1 per cento dei contratti totali (5,3 milioni) previsto per lo scorso anno. Inoltre, le imprese che hanno fatto grossi investimenti nelle rinnovabili, sono riuscite a migliorare esportazione e produttività: riducendo rifiuti, scarti della produzione e consumi energetici. E tutto questo nonostante esistano ancora dei blocchi: «Per le rinnovabili soffriamo molto la lentezza autorizzativa, gli ostacoli legati al territorio e l'eccesso di controlli burocratici», spiega Prete, sottolineando la necessità di un documento sulla semplificazione: «Lo abbiamo presentato al ministro dell'Ambiente, suggerendo anche il contenuto di un eventuale disegno di legge sul tema». A proposito di rinnovabili, tra momenti di stallo e accelerazione della transizione energetica, «GreenItaly» mette a confronto i ritardi sulle rinnovabili («Nel 2022 è stata installata una potenza da fonti rinnovabili pari a 3 Gigawattora, contro gli n della Germania e i 6 della Spagna», dice Prete) con la spinta al fotovoltaico rappresentata dal più grande impianto di pannelli fotovoltaici in Europa: «Lo sta realizzando Enel Green Power a Catania e avrà una capacità produttiva di 3 Gigawattora all'anno», ricorda Realacci. Nel nostro sito trovate articoli, focus, approfondimenti e gallerie di immagini e di video relativi alla tecnologia, anche attraverso il canale www.corriere.it/tecnologia Da sapere Il Rapporto Greenitaly, arrivato alla 14esima edizione, è realizzato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne e con il patrocinio del ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica. Al rapporto hanno collaborato Conai, Novamont, Ecopneus, European Climate Foundation, molte organizzazioni e oltre 40 esperti. milioni I «lavori verdi» creati negli ultimi cinque anni da oltre mezzo milione di imprese italiane che hanno investito nella green economy. Si tratta di poco meno del 14% degli occupati complessivi per cento È il tasso di avvio al riciclo dei rifiuti raggiunto l'anno scorso: il risultato migliore rispetto alle altre potenze economiche europee. Con 129 punti, l'Italia è nel gruppo degli Eco-leaders, ottavi nella classifica assoluta milioni di euro Quelli risparmiati nelle importazioni di materie prime nel 2022 grazie al lavoro di recupero e riciclo dei pneumatici fuori uso compiuto da Ecopneus che ha evitato emissioni in atmosfera per 368 mila tonnellate di CO2 equivalenti per cento Le imprese del settore agricolo che hanno effettuato eco-investimenti (coltivazione e allevamento). Percentuali più ridotte per le imprese della silvicoltura (23%) e della pesca (31%) Nel futuro Andrea Prete, presidente Unioncamere. Sotto, la Gigafactory Enel 3Sun di Catania, che entro il 2024 sarà la più grande fabbrica di pannelli solari d'Europa ll problema «C'è disallineamento tra scuola e richieste di figure professionali per l'economia verde» Le energie alternative «C'è troppa burocrazia, al ministro abbiamo suggerito un disegno di legge sul tema»

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Da qui al 2027 serviranno 3,8 milioni di lavoratori green - Peppe Aquaro | Corriere della Sera

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