Design, Italia leader in Europa per fatturato e numero di addetti Il mondo ha bisogno di progetto. Ha bisogno di quell'approccio ai problemi e di quella capacità di trovare soluzioni che è tipica del design, una competenza a cui sempre più spesso si rivolgono le aziende manifatturiere di tutti i settori produttivi per affrontare le grandi trasformazioni tecnologiche, digitali e ambientali. Ne sono una riprova i numeri che da sette anni Fondazione Symbola raccoglie ed elabora nel suo rapporto sulla Design Economy (realizzato in collaborazione con Deloitte, Poli.design e AdiAssociazione per il disegno industriale) e che cercano di dare una misurazione quantitativa e qualitativa a un settore estremamente trasversale, fatto di piccole e piccolissime imprese, di studi professionali e di free lance che offrono progetti e servizi di design. Un «asset fondamentale dell'economia europea», spiega Domenico Sturabotti, direttore della Fondazione: all'interno della Ue questo settore genera un fatturato di 28,6 miliardi di euro (i dati sono riferiti al 2022), con 27omila imprese e 33 omila addetti. All'interno di questo quadro, l'Italia conferma il suo ruolo leader, con oltre un quinto del fatturato complessivo, il19,7% degli addetti e 3,1 miliardi di euro di valore aggiunto. Risulta seconda, invece, per numero di imprese: 41.908 in totale, di 17.312 aziende e 24.596 professionisti, che danno lavoro a oltre 63mila persone. «Nell'edizione di quest'anno abbiamo cercato di capire se il design è oggi una competenza necessaria per affrontare un mondo che si trasforma», dice Sturabotti. La risposta è positiva, come dimostra la crescita del settore, per fatturato (+27,1% in Italia nel 2022 rispetto al 2021), numero di imprese (+6%) e di addetti (+8,6%), e valore aggiunto (+3,7%). La leadership dell'Italia non sorprende, dato che il principale settore produttivo a cui le imprese del design vendono i propri servizi è quello dell'arredamento, molto radicato e importante nel nostro Paese, in particolare in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna, dove quindi si concentrano anche gli attori della Design Economy (il 60%), con la Lombardia che fa la parte del leone, generando il 32,7% del valore aggiunto grazie a127,7% dell'occupazione complessiva. Oltre all'arredo (32,6%), tutti i comparti industriali chiedono servizi di design, in particolare la moda (21,7%), il turismo (18,3%) e l'agroalimentare (14%). «La leadership italiana nel design conferma il suo ruolo importante come infrastruttura immateriale del made in Italy e protagonista nella sfida della sostenibilità commenta Ermete Realacci, presidente di Symbola -: Molti aspetti della nostra vita, così come molti settori, mutano: la mobilità, i processi di decarbonizzazione e dell'economia circolare che stanno cambiando l'industria e le relazioni di filiera. I prodotti, in un contesto di risorse scarse, dovranno necessariamente essere riprogettati per diventare più durevoli, riparabili, riutilizzabili».
Giovanna Mancini | Il Sole 24 ore