Il seminario estivo della Fondazione Symbola che si è svolto a Mantova al Teatro Bibiena la settimana scorsa dal 21 al 24 giugno, dal titolo Coesione è competizione, ha affrontato i temi dell'economia green in rapporto al mondo delle imprese, dei territori e delle comunità. Istituzioni, categorie economiche, intellettuali e giornalisti sono intervenuti allargando la riflessione sulla transizione verde. Si è parlato di indagini economiche, di produttività, di territori, di nuove geografie della produzione del valore nel nostro Paese, di beneficio collettivo, di formazione e profitto. Un'Italia che deve fare l'Italia in un'economia a misura d'uomo per affrontare il futuro. Con questa premessa scrivere un commento è un obbligo perché la Lettera Enciclica sulla cura della casa comune Laudato si', di papa Francesco ci invita a «puntare su un altro stile di vita (...) l'umanità ha bisogno di cambiare. Manca la coscienza di un'origine comune, di una mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti». A guardare bene siamo in sintonia con il nome della Fondazione che nel greco antico "Symbola", significa "mettere insieme", le capacità dell'Italia che possiede eccellenze "misconosciute" che danno al nostro Paese la capacità "di affrontare le sfide del futuro, dove le aziende camminano" con comunità che tengono insieme innovazione e tradizione. Le configurazioni produttive della nostra modernità oggi post-modernità si sono imposte a livello globale ma hanno irrimediabilmente perduto l'impronta originaria, spezzato i legami di natura etica e contemporaneamente non sono state capaci di formulare valori alternativi che guardino al dato complessivo. Si vive in territori (purtroppo anche della nostra provincia) in cui si predica l'attenzione all'ecologia e dove invece l'edilizia riesce a occupare spazi verdi. Non sono disattenzioni ma volontà politiche. Chiamiamole contraddizioni di fondo. Insomma non siamo un'isola felice. Le "eccellenze" indicate nel rapporto della Fondazione Symbola vanno potenziate, alimentate e sono un percorso da intraprendere quanto prima. L'assenza di un progetto da parte del mondo politico mostra il suo volto vuoto anche in ambiti che hanno a che fare con la normalità, come il mondo della scuola che deve essere riformato, un'attenzione maggiore alla famiglia, il ripensare a una nuova educazione civica: sono la dimostrazione di una classe dirigente che non è all'altezza dei problemi reali. La cittadinanza è stata privata di potere politico, la democrazia elettorale rivela le Perverse logiche del suo funzionamento e distribuisce il potere all'interno del circuito sociale. Le forme di democrazia diretta sono state inaridite e private di significato, le sfide del prossimo futuro si misurano nella «varietà di associazioni che intervengono a favore del bene comune, difendendo l'ambiente naturale e urbano. Per esempio, si preoccupano di un luogo pubblico (un edificio, una fontana, un monumento abbandonato, un paesaggio, una piazza), per proteggere, risanare, migliorare o abbellire qualcosa che è di tutti. Intorno a loro si sviluppano o si recuperano legami e sorge un nuovo tessuto sociale locale. Così una comunità si libera dall'indifferenza consumistica. Questo vuol dire coltivare un'identità comune, una storia che si conserva e si trasmette. In tal modo ci si prende cura del mondo e della qualità della vita»