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La Lombardia dei primati quella emersa dall'evento svoltosi lo scorso 5 febbraio a Milano sul tema «Comunità, Green Economy, Cultura per la Lombardia del futuro», promosso da Fondazione Symbola e Fondazione Cariplo. Sono stati analizzati i driver che le aziende utilizzano per accrescere la competitività dei loro prodotti e servizi ovvero coesione, sostenibilità e cultura, visti in relazione al mondo produttivo. Quale il quadro che ne è emerso? "Coesione e competizione", "Greenitaly" ed "Io sono cultura" - spiega Domenico Sturabotti, direttore di Fondazione Symbola  - «sono tutti report nazionali da cui emerge con chiarezza come la Lombardia detenga un primato assoluto nel campo della qualità, un primato che si alimenta per l`appunto di sostenibilità, di cultura e di coesione». Ecco alcuni dati: «La Lombardia nel periodo 2019/2023 è stata la prima Regione in Italia per numero di imprese che hanno investito in sostenibilità - oltre centomila -, per la maggior produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili - 17 mila gigawattora, pari al 14,8% del totale della produzione italiana -, per numero di aziende nella filiera delle rinnovabili - oltre 6 mila -. Non solo: sempre in Lombardia le imprese coesive sono il 25,6% rispetto al totale nazionale. Il settore della cultura e della creatività ha generato 29,2 miliardi di euro nel 2023 (ultimo anno di rilevazione), pari al 6,9% del totale del valore aggiunto regionale. In tale comparto si evidenzia il primato del design per la Lombardia in generale e per Milano in particolare, tanto per valore aggiunto quanto per addetti a livello nazionale». «Colta, coesa e sostenibile, ecco perché la Lombardia è all`avanguardia sia a livello nazionale La Lombardia dei I primati quella emersa dall`evento svoltosi lo scorso 5 febbraio a Milano sul tema "Co- munita, Green Economy, Cultura per la Lombardia del futuro", promosso da Fondazione Symbola e Fondazione Cariplo. Sono stati analizzati i driver che le aziende utilizzano per accrescere la competitività dei loro prodotti e servizi ovvero coesione, sostenibilità e cultura, visti in relazione al mondo produttivo. Quale il quadro che ne è emerso? Lo chiediamo a Domenico Sturabotti, direttore di Fondazione  Symbola Direttore, durante i lavori siete partiti dai risultati emersi dalle vostre ricerche: che fotografia esce della nostra Regione? «Sì, abbiamo fatto riferimento a "Coesione e competizione", "Greenitaly" e "Io sono cultura", tutti report nazionali predisposti da Fondazione Symbola. Da qui emerge con chiarezza come la Lombardia detenga un primato assoluto nel campo della qualità, un primato che si alimenta per l`appunto di sostenibilità, di cultura e di coesione». Può darci qualche numero? «Certamente. La Lombardia nel periodo 2019/2023 è stata la prima Regione in Italia per numero di imprese che hanno investito in sostenibilità - oltre centomila per la maggior produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili - 17 mila gigawattora, pari al 14,8% del totale della produzione italiana - per numero di aziende nella filiera delle rinnovabili - oltre 6 mila -. Non solo: sempre in Lombardia le imprese coesive - quelle cioè che pongono al centro del proprio modello di business la relazione e il legame con dipendenti, territori e altre aziende - sono il 25,6% rispetto al totale nazionale. Il settore della cultura e della creatività che conta complessivamente 366 mila occupati, pari al 7,6% del totale regionale e riguarda ambiti molto diversi tra di loro, dal design all`architettura, dai videogame al teatro - ha generato 29,2 miliardi di euro nel 2023 (ultimo anno di rilevazione), pari al 6,9% del totale del valore aggiunto regionale. In tale comparto si evidenzia il primato del design per la Lombardia in generale e per Milano in particolare, tanto per valore aggiunto quanto per addetti a livello nazionale». Su cosa, secondo i vostri dati, il sistema Italia ha puntato di più? «In vent'anni abbiamo verificato come in Italia vi sia stata una spinta competitiva molto forte, che ha operato una selezione durissima nel Paese. Ciò per tutta una serie di motivi, tra i quali in primis figurano il passaggio dalla lira all`euro e l`ingresso della Cina nel mercato internazionale. Sotto tali pressioni il nostro Paese ha capito come in moltissimi settori a far la differenza rispetto ad altri fosse proprio la qualità e su questa ha puntato. Ciò ha comportato la necessità di realizzare una generazione di prodotti, quelli definiti oggi "made in Italy", in grado di costare di meno in termini di materia e di energia, di incorporare cultura e di efficientare i costi. In più, le imprese italiane hanno aumentato la relazione con i propri dipendenti, con i territori e con le altre aziende e questo è stato un elemento importantissimo per consolidare le filiere dei sistemi produttivi e migliorare complessivamente le proprie performance. Le faccio un esempio: la Ducati è una realtà distribuita ovvero tutte le componenti delle moto che produce vengono realizzate da sistemi produttivi, in grado di garantire la massima eccellenza di ogni singolo pezzo. Questo modello ha visto nella Lombardia un territorio, in cui molto forte è stato il percorso di qualificazione del sistema produttivo». Oggi il concetto di green economy può uscire compromesso dalla posizione critica assunta dagli Stati Uniti in materia?  Noi abbiamo gestito il processo di sostenibilità a livello europeo, però non mette in dubbio il vantaggio che tale processo genera per le imprese. Intraprendere un percorso di sostenibilità significa per un`azienda avere nel tempo, a parità di prodotto finale, dedotto i costi relativi alle quantità di energia, di acqua e di materie prime impiegate nella produzione. Il che vuol dire minori costi per l`impresa e questo vantaggio non si può fermare. Le politiche per l`incentivazione sulle energie rinnovabili migliorano l`autosufficienza del Paese. Ciò che però deve cambiare è il nostro atteggiamento: noi abbiamo interpretato finora il percorso di sostenibilità come un percorso iper-normativo e questo in alcuni casi ha appesantito la produzione. Ma quel che funziona e che rende più economico il fare impresa continuerà». Trump, quindi, non fa paura? «Le faccio un esempio: in occasione della sua prima elezione, Trump spinse tantissimo sul consumo di carbone, ma la produzione di energia elettrica derivante dal carbone era meno economica di quella derivante da fonti rinnovabili. Oggi il mercato è più avanti rispetto ad alcune prese di posizione politiche.

 

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Economia-Lombardia da primato - Mauro Faverzani | Mondo Padano

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