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Roma, quartiere Monteverde, numero 97 di via Vitellia. È l’indirizzo delle monache di clausura del Monastero di Santa Chiara. Uno di quei luoghi dove «si stanno sviluppando cooperative per lo sfruttamento delle energie rinnovabili che consentono l’autosufficienza locale e persino la vendita della produzione in eccesso». Così parlò Papa Francesco nell’enciclica “Laudato si”, pubblicata dieci anni fa. E dieci anni dopo, ecco che le parole del Papa venuto dall’altra parte del mondo è come se avessero aperto le porte di un convento di clausura. Strano ma vero. Intorno al monastero delle clarisse di Santa Chiara è nata infatti la Comunità energetica rinnovabile e solidale, “La Pianticella Ets”, presentata alcuni giorni a Mantova nel corso del 23esimo Seminario della Fondazione Symbola. Nel quartiere Monteverde, intorno al monastero delle clarisse di Santa Chiara, è stata creata una Comunità energetica rinnovabile e solidale. Venti i consumatori energetici e due i “prosumer”. L’impianto ha una potenza di 70 kilowattora per una produzione annua di energia di 100 Megawattora.

La comunità energetica è stata ispirata certamente dalle parole del Santo Padre, ma anche da un amico delle clarisse, un ingegnere, il quale un giorno, parlando con Madre Elena Francesca, l’abbadessa del monastero e attuale presidente della Cers, suggerì alle suore di clausura di allargare la volontà ecologica del monastero all’intero quartiere. «La cosa all’inizio ci ha lasciato un pochino perplesse, ma volentieri ci siamo preparate a questa nuova avventura: il quartiere ha risposto alla grande e con un gruppetto di soci abbiamo fondato la comunità». Tutto ciò è avvenuto il 16 giugno del 2024: una data non a caso per i credenti: «Le Letture di quella domenica parlavano di un piccolo ramoscello di cedro che, una volta piantato sul punto più alto di un monte, sarebbe divenuto un cedro magnifico», ricorda l’abbadessa.

Cabina primaria per venti consumatori

Intendiamoci, il risparmio dal punto di vista economico è irrisorio, e lo ricorda anche Madre Elena Francesca, la quale sa bene quanto sia stato impegnativo, soprattutto all’inizio, cercare i fondi per la realizzazione di questo progetto, ma, allo stesso tempo, la stessa madre badessa ricorda quanto «il dono di avere allargato i nostri orizzonti al quartiere sia impagabile”. Ma ecco alcuni numeri sulla Cers, forniti da suor Marta Maddalena, clarissa del monastero e ingegnere, la quale tratteggia i venti consumatori energetici (si tratta di utenze domestiche, tranne una di una piccola utenza commerciale) della zona della cabina primaria e i due prosumer (consumatori e produttori): il primo possiede una piccola installazione di 5 chilowattora al servizio di una utenza domestica, l’altro è lo stesso Monastero di Santa Chiara che si sta avviando all’installazione (si spera entro la fine dell’anno in corso) di una potenza di 70 kilowattora e con una produzione annua di energia di 100 Megawattora.

Parola ai soci

«La Pianticella è stata iscritta nel registro unico nazionale del Terzo Settore e ha voluto darsi una caratterizzazione solidale prevedendo l’utilizzo dei benefici derivanti dagli incentivi con una particolare attenzione a situazioni di disagio economico o fisico, e impegnandosi alla realizzazione di interventi di carattere ambientale nel territorio di appartenenza», aggiunge la suora ingegnere. Intanto, porte aperte all’ingresso di altri “prosumer” (chi consuma l’energia che produce, Ndr) e utenti privati, ma anche a produttori esterni, privati o pubbliche amministrazioni. «Intendiamo contribuire alla cura della casa comune impegnando energia green e non prodotta da combustibili fossili», dice Anna Rita Lorusso, socia, insieme al marito Luigi Insinna, della Cer “La Pianticella”. «Gioia, stupore e curiosità: sono i tre aspetti con i quali abbiamo accolto la proposta delle suore clarisse di Santa Chiara».

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Energia dal monastero a un intero quartiere: a Roma la prima Comunità energetica fondata dalle suore di clausura - Peppe Aquaro | Corriere.it

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