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di Luca Corsolini

Migliaia di persone si arrampicano sulle Dolomiti con ogni tipo di bicicletta, firmando implicitamente il manifesto di una nuova mobilità e di uno sport allargato alla partecipazione di quante più persone possibile, magari con regole ridotte rispetto a quelle sportive, ma con un rispetto dell’ambiente che è condizione imprescindibile e nuova per lo sviluppo di iniziative come le Granfondo che hanno allungato la stagione turistica di intere regioni. Running e bike, la sintesi delle due che è, con il nuoto, il triathlon: le discipline più semplici, più naturali, portate all’estremo oggi piacciono, endurance è il nuovo passaparola al punto che a Parma hanno chiamato Endu la nuova app dedicata agli appassionati, e ne parleremo ancora. E quando ci si ferma prima di arrivare all’estremo, si va felicemente oltre lo sport paludato: Linus, direttore artistico di Radio DeeJay, anche senza volerlo, è diventato il capo di quanti non riconoscono l’autorità del Coni, ovvero di quanti si ribellano al tesseramento, al cartellino e vogliono semplicemente praticare la loro disciplina preferita. Ci sono la Deejay Ten, anzi le 10 km in centro alle città; c'è il Deejay Tri che è il triathlon all’Idroscalo ( che compie 90 anni ) a Milano; adesso stanno per arrivare i Deejay XMasters, con surf e stand up paddle ( la… camminata sulle acque) possibile proprio grazie alle tavole, skatebord e frestyle, persino mototerapia, summer rugby e tanto altro. In attesa del Play Deejay San Marino a fine agosto, una grande festa, un allenamento collettivo in cui ci sarà spazio non solo per corsa e bike ma anche per discipline più classicamente da palestra portate fuori... mura.

Poi ci sono i Mondiali AntiRazzisti di calcio, un evento che dopo 20 anni paga il clima nuovo del Paese e ne è la fotografia: meno squadre di rifugiati iscritti, la passione per l’evento un po’ affievolita in chi non conosce la manifestazione e non capisce l’organizzazione di un anno. D’altra parte, in questa estate abbiamo anche avuto una celebrazione della prima staffetta nera, e proprio da parte di chi si batte contro le politiche del governo, quando invece le ragazze della 4x400 che ha vinto ai Giochi del Mediterraneo erano le prime a dichiararsi italiane più che paladine di una risposta all’Italia di Pontida.

Ma tutto finisce in politica in questa estate 2018. Siamo alla vigilia del congresso Cio che, l’anno prossimo, a Milano, assegnerà i Giochi Invernali del 2026. Al momento ci sono tre città italiane che si sono fatte avanti. In ordine alfabetico: Cortina, e il Veneto è in mano alla Lega: Milano, dove il comune di sinistra. e la giunta regionale, della Lega, vanno di comune accordo pensando di allungare con le Olimpiadi l’onda lunga dell’Expo; Torino, dove i Cinquestelle dimostrano il loro rapporto strano con i Giochi. Non li hanno voluti a Roma, li vorrebbero a Torino appena venti anni dopo una edizione memorabile, che ha cambiato la città, e che loro però hanno sempre criticata.

Il Governo, nel dire che la candidatura, della sola italiana che si presenterà al vaglio del Cio, deve essere scelta dal Coni, ma lo ha fatto, parole di Giancarlo Giorgetti, senza sposare pienamente la causa. E’ cambiato tutto sotto il cielo olimpico, oggi la città che diventa sede dei Giochi firma subito un contratto con il Cio e riceve un contributo di oltre 900 milioni. E tanti altri sono i cambiamenti che hanno corretto la struttura dei Giochi, che era in effetti finita fuori controllo, ma Giorgetti ha detto che se arriverà “una proposta di buon senso, e sobria, non offensiva”, allora il Governo la appoggerà, il che rappresenta una dichiarazione di intenti fin troppo neutra per non sembrare una ammonizione, oltre ad essere  un esercizio di equilibrismo politico che toccherà al Coni rompere con una scelta.

Eppur si muove, lo sport italiano nell’estate del 2018: non c'è solo Ronaldo.

Luca Corsolini - Symbola

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