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Il senso di unione «Fare rete è la chiave per un futuro migliore» . L'intervento del cardinal Zuppi sulla sopravvivenza dei piccoli Comuni «Combattiamo i campanilismi e l'individualismo» ma è la via per il futuro». Tradizione e innovazione Di piccoli Comuni e di spopolamento hanno parlato anche, tra gli altri, Luca De Carlo, presidente della Commissione industria, commercio, turismo e agricoltura del Senato, ed Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola. «Fino a trent'anni fa il 65% della popolazione viveva nelle aree rurali - ha detto De Carlo - e solo il 35% in città, ora questo trend si è pareggiato. Ma i piccoli Comuni sono depositari di storia e di straordinarie ricchezze. Dobbiamo essere in grado di portare avanti la tradizione, ma attraverso l'innovazione. E questo possono farlo i giovani, che è giusto che escano dai piccoli paesi per portare avanti i propri studi, ma poi devono tornare qua e noi dobbiamo metterli nella condizione di poterlo fare». «Se non c'è una visione co mune, non c'è futuro. Questo vale per i piccoli comuni, ma anche per le singole persone». Il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha concluso il panel "Piccoli Comuni, le radici del futuro" sottolineando l'importanza di fare rete e di non restare ingabbiati nei campanilismi a cui gli italiani sono tanto affezionati. Dall'io al noi «Non dobbiamo chiederci cosa può fare l'Italia per i piccoli Comuni - ha continuato Zuppi - ma al contrario cosa questi possono fare per il nostro Paese. Ci sono degli esempi di Comuni che hanno provato a mettersi insieme, ma non ce l'hanno fatta. Non riescono quasi mai. In realtà i paesi hanno una peculiarità molto importante: il senso di comunità, sanno cioè che l'io senza il noi non funziona». E a proposito di questo, Zuppi ha sottolineato quanto l'individualismo dilagante in questo momento storico sia deleterio per la costruzione del futuro, e come la comunità cristiana sia in grado di combatterlo. «Credo che ci sia bisogno di continuare ad avere speranza e che non sia accanimento terapeutico pensare di riuL'intervento Il cardinale Matteo Maria Zuppi scire a fare rete. Anche Papa Francesco ha parlato di speranza, perché è quella che dà un futuro ai piccoli Comuni e a tutti noi». La ricchezza del territorio «I piccoli Comuni sono la chiave per leggere i punti di forza del Paese - ha sottolineato Realacci - io sono stato tra i primi firmatari della leggere per i piccoli comuni che vuole considerare questi non come un problema, ma come un'identità necessaria per il futuro. Con le ricerche della nostra Fondazione abbiamo scoperto tantissime eccellenze che caratterizzano i piccoli Comuni. Per esempio che mille Comuni su 1.500 interessati da cammini sono piccoli paesi, oppure che il 92% dei prodotti tipici, tra cibo e vino, sono legati al territorio di questi paesini». C.S. Il problema De Carlo: «Fino a trent'anni fa il 65% della popolazione viveva in campagna e il 35% in città, ora questo trend si è pareggiato» per esempio. Se un piccolo Comune non è ben collegato alla città più grande è chiaro che le persone lascino il paese. Bisogna parlare di politiche di coesione, di servizi e anche di accoglienza. Usciamo dall'idea che sia in atto un'invasione e pensiamo invece ad accogliere. Certo, questo implica un rischio, Lo spopolamento Il cardinale ha toccato il tema dello spopolamento, che riguarda soprattutto i piccoli Comuni «ma non solo, ormai riguarda qualsiasi territorio. Ricordiamoci che molti ragazzi che vanno all'estero a cercare la propri a strada non provengono dai paesini del Sud Italia, ma dal Nord. C'è qualcosa che non va nel sistema, che dovrebbe impegnarsi di più per cambiare le cose, facendo cose concrete come migliorare la viabilità.

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"Fare rete è la chiave per un futuro migliore" | Gazzetta di Mantova

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