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Genova, 13 novembre 2019Condividere l’impegno a rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e quindi più capaci di futuro: è questo l’obiettivo del Manifesto “Un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica”, lanciato da Fondazione Symbola e sottoscritto oggi anche da Fondazione Edoardo Garrone.

Promosso dal Presidente di Fondazione Symbola Ermete Realacci, dal Presidente di Coldiretti Ettore Prandini, dal Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, dall’Amministratore Delegato di Enel Francesco Starace, dal Direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi Padre Enzo Fortunato, da Catia Bastioli di Novamont, il Manifesto è già stato firmato da oltre 500 esponenti del mondo economico, sociale e culturale.

L’adesione di Fondazione Edoardo Garrone avviene in piena coerenza con i progetti avviati dal 2014 e dedicati alla nascita e allo sviluppo di giovani imprese nelle aree montane e interne del Paese, con l’obiettivo di rivitalizzare territori ricchi di risorse e potenzialità grazie a nuovi modelli economici incentrati sulla sostenibilità, la partecipazione, la creazione di reti locali e l’innovazione a servizio della tradizione e della qualità.

Grazie agli incubatori ReStartApp® e ReStartAlp® sono nate più di 35 nuove imprese “under 35” sulle Alpi e in Appennino. Altre 30 imprese, nelle aree del centro Italia colpite dal sisma, hanno beneficiato di percorsi di accelerazione per salvare l’attività posizionandosi su nuovi mercati e disegnando nuovi modelli organizzativi, gestionali ed economici. In tutti i casi si tratta di imprese sostenibili per filosofia, oggetto e metodo: si pensano parte di un territorio, vogliono contribuire alla vita economica, ambientale, sociale delle loro comunità e non conoscono altro modo di lavorare se non nel pieno rispetto e nella piena valorizzazione di persone, natura e culture. Pensano che fare impresa in modo etico e responsabile partecipando alla vita del proprio territorio sia il modo più efficace per realizzare il cambiamento di cui il nostro mondo ha urgente bisogno.

«Il lavoro che facciamo e continueremo a fare nei prossimi anni a sostegno concreto dei nuovi giovani imprenditori delle aree interne è il motivo del nostro immediato riconoscerci nel Manifesto promosso da Fondazione Symbola, con cui si conferma una volta di più comunione di intenti e di vedute – ha dichiarato Alessandro Garrone, presidente di Fondazione Edoardo Garrone. – Aderire al Manifesto rappresenta per noi un’opportunità preziosa non solo per ribadire un credo, ma anche per condividere un insieme di valori e, ognuno secondo il proprio lavoro e le proprie competenze, un impegno reale di cambiamento e rinnovamento».

«La Fondazione Garrone ha fatto un lavoro prezioso di rivitalizzazione del nostro territorio con cui collaboriamo volentieri – ha commentato Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola. - A gennaio il manifesto diventerà, con un’iniziativa nel Sacro Convento dei Francescani, il Manifesto di Assisi, intorno al quale si sta costruendo un’alleanza tra soggetti del mondo sociale, economico, culturale. Inedita e vasta alleanza che intorno al Manifesto si realizza e propone un’idea di Italia che valorizza le migliori energie per affrontare la crisi climatica e dare una risposta alla generazione Greta incrociando bellezza, innovazione e creatività».

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Il 93% delle produzioni tipiche nazionali che si consumano nasce nei comuni italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio di gusto e biodiversità che fa da traino anche al turismo, con 2 italiani su 3 (65%) tra coloro che andranno in vacanza che visiteranno un borgo nell’estate 2024, secondo Ixe’. È quanto emerge dallo studio Coldiretti/Symbola su “Piccoli comuni e tipicità”. Il rapporto vuole raccontare un patrimonio enogastronomico del Paese custodito fuori dai tradizionali circuiti turistici, valorizzato e promosso grazie alla legge n.158/17, a prima firma Realacci, con misure per la valorizzazione dei Piccoli Comuni.

Il rapporto analizza e racconta i fattori più significativi della competitività del nostro Paese, con particolare attenzione verso gli aspetti che non vengono colti dagli indicatori economici più diffusi, sottolineando l’importanza della collaborazione per le imprese. La coesione migliora il legame e il radicamento nelle comunità e nei territori, accresce il senso di appartenenza e soddisfazione di vita dei dipendenti, il coinvolgimento e il dialogo con i clienti.

Il rapporto ci porta alla scoperta delle oltre 250 specie di alberi monumentali che popolano il Paese, che mostra inoltre una speciale relazione tra i piccoli comuni e i monumenti italiani, raccolti in un censimento in continua crescita grazie al lavoro del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste. Su un totale di 4.287 alberi monumentali individuati ad aprile 2024 sul territorio italiano, 2.107 si trovano nei piccoli comuni. Sono inoltre 1.548 i comuni italiani con almeno un albero monumentale, di questi 962 sono piccoli comuni. Guardando allo specifico delle regioni, il primato per numero totale di alberi monumentali spetta al Friuli-Venezia Giulia, con 454 monumenti verdi, di cui quasi la metà, 209, nei piccoli comuni.

Il 92% delle produzioni tipiche nazionali che si consumano soprattutto a Natale nasce nei comuni italiani con meno di cinquemila abitanti. È quanto emerge dallo studio Coldiretti/Symbola su “Piccoli comuni e tipicità”. Il rapporto vuole raccontare un patrimonio enogastronomico del Paese custodito fuori dai tradizionali circuiti turistici, valorizzato e promosso grazie alla legge n.158/17, a prima firma Realacci, con misure per la valorizzazione dei Piccoli Comuni. Nei territori dei 5.538 piccoli comuni con al massimo 5.000 abitanti, in cui vivono quasi 10 milioni di italiani, si produce infatti ben il 92 per cento dei prodotti di origine protetta (DOP, Denominazione di Origine Protetta e IGP, Indicazione di Origine Protetta) e il 79 per cento dei vini italiani più pregiati. Questo rapporto di Coldiretti-Fondazione Symbola “Piccoli Comuni e Tipicità” ci restituisce il quadro aggiornato per ogni regione di questa dimensione produttiva estesa e radicata che traduce in valore la diversità culturale.

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