«Se l’arte è il modo in cui si esercita un mestiere, come diceva Jean Renoir, allora Franco Cologni è un grande artista e un artista poliedrico. Uomo di cultura, giornalista, autore e imprenditore, non si è limitato ad esercitare uno, o in questo caso, più professioni, ma ha speso la sua intera carriera alla ricerca del bello inteso nella sua accezione etica ed estetica. Una ricerca, una missione che lo ha portato a immaginare e creare la Fondazione che porta il suo nome, istituzioni formative come Creative Academy, la Fondazione Michelangelo, e a promuovere da anni la cultura del saper fare e dell’alto artigianato in Italia e nel Mondo, prima di molti e con grande visione». Queste le parole lette da Barbara Trebitsch, direttore didattico di Accademia Costume & Moda, come laudatio legata al conferimento dell’Attestato di Benemerenza a Franco Cologni, per l’instancabile impegno nella valorizzazione della bellezza e dei mestieri d’arte e per i grandi traguardi conseguiti nella diffusione della cultura del saper fare, cerimonia svoltasi il 9 marzo 2023 a Milano nella sede dell’Accademia alla presenza del presidente dell’Accademia A. Lupo Lanzara e dell’a.d. Furio Francini.Cologni ha creato a Milano la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte per una rivalutazione dell’artigianato artistico, e la Creative Academy, scuola internazionale di Design e Creative Management.
E’ inoltre fondatore e Presidente del Comitato Culturale della Fondation de la Haute Horlogerie di Ginevra. Nel 2016, insieme a Johann Rupert, Chairman della Compagnie Financière Richemont SA, ha dato vita alla Michelangelo Foundation for Creativity and Crafstmanship, anch’essa basata a Ginevra, la cui finalità è quella di valorizzare la creatività e i mestieri d’arte a livello internazionale creando occupazione, sostenendo la cultura e valorizzando il savoir-faire dei territori.Fondatore e direttore del magazine internazionale Cartier Art. Per quarant’anni ha collaborato presso Cartier fino a diventare Presidente Mondo e, a seguito dell’incorporazione di Cartier nel Gruppo Richemont, è diventato Presidente Esecutivo di tutto il settore gioielleria e orologeria del Gruppo. Nominato Cavaliere del Lavoro per il suo contributo alla cultura e all’economia e anche Chevalier de l’Ordre National du Mérite, Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres e Officier de la Légion d’Honneur.Grande la commozione di Cologni per questo riconoscimento. Così ha commentato rivolgendosi soprattutto ai giovani, i talenti di domani: «Grazie mille per questo attestato di benemerenza. Per me è tanto più prezioso in quanto viene non da un ministero ma da una Accademia: una scuola, un luogo in cui si impara a fare qualcosa di bello. E nel nome stesso della vostra istituzione c’è tanta parte della mia vita. Vorrei terminare con un invito alle ragazze e ai ragazzi che studiano qui: non ricercate un lavoro che vi renda ricchi, ma un lavoro che vi renda felici. La ricchezza arriverà, ma nel frattempo voi avrete dato un senso ai vostri giorni, sentendovi fieri del vostro talento. Il talento vi permetterà di creare le nuove forme della bellezza, che renderanno migliori le vite di tante persone.
E la vita, alla fine, è tutto ciò che abbiamo».In omaggio alla sua figura si è svolto Un panel dal titolo: «Costruttori di bellezza: arti, mestieri, talenti», moderato da Alberto Cavalli, direttore generale della Fondazione Cologni ha analizzato la figura del premiato. Tra gli interventi anche quelli di Stefania Lazzaroni, direttrice generale di Fondazione Altagamma ed Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola. Ai quali si è aggiunto anche il messaggio di Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda Italia e ceo Ratti Spa che non ha potuto presenziare alla cerimonia: «La lunga e affascinante storia di Franco Cologni dimostra quanto la sua visione e la coerenza professionale lo abbiano reso uno dei più strenui difensori del saper fare artigianale insieme alla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte da lui creata. Nella sua interpretazione, che da sempre condividiamo, l’artigianalità è un patrimonio preziosissimo e altrettanto delicato, che va difeso e conservato, affinché passi di generazione in generazione, come un dono che sta alla base della manifattura italiana, un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo che affonda le sue radici nelle botteghe d’arte rinascimentali».