Newsletter

Alle Giornate della Soft economy a Treia si è discusso di come mettere al centro il contributo delle donne nei processi di rigenerazione. Le donne che lavorano nei campi, nelle istituzioni locali, nella cultura, nel turismo e nelle reti civiche ci mostrano come i territori siano sistemi complessi, dove competenze diverse si intrecciano e producono valore.

Una iniziativa organizzata in collaborazione con il CREA e la Rete PAC condotta da Catia Zumpano del Centro Politiche e Bioeconomia del CREA che ha visto le testimonianze provenienti da vari contesti: amministratrici, ricercatrici, imprenditrici agricole, professioniste della cultura, operatrici dello sviluppo locale. Età diverse, storie diverse, percorsi diversi. In questa pluralità è emerso un tratto comune: una forma di leadership femminile che tiene insieme visione e capacità operativa, attenzione alle relazioni e impegno quotidiano nei luoghi in cui vivono e lavorano.

Le esperienze che sono state raccontate a Treia nel corso dell’appuntamento promosso dalla Fondazione Symbola, di cui Greenreport è media partner, hanno rafforzato la consapevolezza di come le donne rappresentino sempre più un riferimento concreto per i territori rurali: guidano processi, costruiscono reti, danno continuità a pratiche che sostengono le comunità locali. Il loro modo di agire mostra come la leadership femminile possa diventare una leva importante per rafforzare i territori.

Una lettura corale, che riconosce il valore della varietà e, allo stesso tempo, la presenza di un filo comune: una leadership femminile capace di generare processi sociali ed economici che possono dare nuovi orizzonti alle aree rurali.

Il mondo agricolo, in questo quadro, resta un osservatorio privilegiato. Non solo perché molte delle relatrici vi operano, ma perché continua a essere un nodo centrale delle economie rurali e delle relazioni sociali che le attraversano.

Le donne che lavorano in questo settore portano una sensibilità particolare nel costruire legami, nel prendersi cura delle risorse materiali e immateriali, e nel guardare al territorio come a un bene condiviso.

Sono capaci, in sintesi, di attuare quello che l’agricoltura, per sua essenza, è portare a fare. Contribuire ad una visione sistemica del territorio dove le varie componenti sono chiamate a interagire fra di loro.

Le loro non sono scelte facili, spesso sono il risultato di percorsi difficili, sofferti, non lineari, presi in solitudine, caratterizzati da conflitti e rotture, anche familiari (Ripensamenti su progetti di vita, magari condivisi con i propri familiari che avevano investito in questi progetti). Percorsi difficili per chi arriva, chi torna o chi non è mai partita.

SCARICA L’ARTICOLO IN PDF
Giornate della Soft economy, oggi il focus sul contributo femminile nei processi di rigenerazione | Greenreport.it

Ricerche correlate

Devi accedere per poter salvare i contenuti