GreenItaly 2025 racconta i punti di forza dell’Italia
GreenItaly 2025 conferma, anno dopo anno, il valore della green economy. A sedici anni dalla prima edizione, il Rapporto – realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e Centro Studi Tagliacarne con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – dimostra con i numeri la concretezza dell’economia verde come punto di forza delle imprese e dei territori.
Hanno collaborato al Rapporto Conai, Novamont, Ecopneus, Enel, oltre a diverse organizzazioni e più di venti esperti.
L’Italia e il mondo nei dati di GreenItaly 2025
A dieci anni dall’Accordo di Parigi, GreenItaly 2025 racconta oltre 200 case histories di transizione verde.
Ricco di tabelle e dati, offre un quadro esaustivo della situazione italiana (panorama energetico, gestione dei rifiuti e filiera della materia seconda, eco-investimenti, competitività, occupazione) e della posizione del nostro Paese nel quadro internazionale.
Inoltre, sette suddivisioni tematiche (agroalimentare, casa e arredo, automazione, impiantistica termica, tessile-moda e concia, edilizia, chimica bio-based) spiegano in modo puntuale la geografia della green economy italiana.
La sostenibilità è un vantaggio economico
La sostenibilità non è solo una scelta etica e di valori: è soprattutto una scelta vantaggiosa dal punto di vista economico.
«Questo aspetto è sottovalutato dalla Commissione Europea, che sembra sempre distante dai problemi reali», nota Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola.
I dati del Rapporto confermano che «la spinta verso la sostenibilità non è dovuta a una particolare passione ambientalista ma a un più banale calcolo economico».
La green economy è un problema per le imprese? Per Realacci è una grande opportunità: «Un’economia che scommette sulle rinnovabili, sull’innovazione, sulla qualità e sulla bellezza è più forte».
La manifattura europea è in regresso, e continuerà il suo declino se si ostina a guardare al passato. Al contrario, «la green economy guarda avanti e ci consente di avere un posto nel futuro. Altrimenti grandi paesi, come la Cina, occuperanno il mercato delle rinnovabili, delle batterie e delle auto elettriche».
La competizione impossibile con la Cina
La Cina è una presenza ingombrante sui mercati globali, con cui non possiamo pensare di competere.
Tuttavia, Realacci propone una chiave di lettura diversa da quella allarmistica a cui siamo assuefatti e rassegnati.
Ad esempio, non possiamo contendere alla Cina il primato sulle terre rare ma abbiamo storicamente una enorme capacità nel recupero e nel riuso dei materiali.
È qui che dobbiamo concentrare le nostre energie e la nostra ricerca. Guardando i dati Eurostat, nel 2023 l’Italia ha avviato a riciclo il 92,6% dei rifiuti totali (urbani e speciali).
Un primato europeo, rispetto a Francia (81,5%), Germania e Spagna (75,5%), e alla media UE-27 (60%).
L’Italia protagonista in Europa
L’esempio dell’Italia può rappresentare un traino in ambito europeo proprio nei giorni della COP 30.
Il Rapporto GreenItaly 2025 evidenzia infatti un’accelerazione su temi chiave come l’innovazione, la competitività e la sostenibilità che hanno un impatto economico e sociale particolarmente positivo.
Si discute con un certo vigore e molte contrapposizioni sulle scelte green dell’Unione Europea: anche a fronte di opportuni aggiustamenti, il tema centrale dovrebbe rimanere la necessità di realizzare una transizione verde che quelle scelte hanno alimentato.
Non è certo una strada in discesa.