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Riciclo degli scarti produttivi, formazione e gamification per aumentare la sicurezza sul lavoro, concorsi di idee innovative tra i collaboratori d'azienda, sostegno economico ai diversamente abili delle comunità locali, ricerca di materiali a basso impatto ambientale e siti web aziendali accessibili a persone neurodivergenti. Queste sono alcune delle esperienze emerse da dieci aziende abruzzesi che ieri hanno raccontato il loro modo di fare impresa in modo nuovo. Dieci realtà provenienti dalle quattro province della nostra Regione. Il roadshow"I fenomeni di Economyu si è tenuto a Pescara, nella sede in via Raiale di Confindustria Abruzzo Medio Adriatico. Si è trattato della settima tappa a livello nazionale di un'iniziativa del Gruppo Economy in collaborazione con Fondazione Symbola e l'Istituto Tagliacarne. Sono intervenuti per raccontare come mettono in pratica questi principi: Dyloan Maria Grazia Sanua (Dyloan, Guido Arista (Elital), per Ico (Industria cartoni ondulati) Rita Lancia, Lorenzo Panzane per Imm Hydraulics, per Luigi D'Amico Parrozzo Pierluigi Francini, per Maglificio Gran Sasso Giuseppe Di Stefano, per Texol Carmine Cimini, Giovanni Vaccarini per Vaccarini Architetti, mentre per Honda l'esperienza in azienda è stata raccontata in un video dal consigliere delegato Marcello Marcovecchio. E per il Gruppo Marramiero l'imprenditore Enrico Marramiero che ha sottolineato come la sostenibilità convenga: «Basta cambiare la prospettiva spaziale e temporale. Creando una società attiva e un ambiente che sia bello, si riescono ad attrarre risorse umane giovani e smart di cui abbiamo davvero bisogno». Lorenzo Dattoli, vice presidente di Confindustria Abruzzo Medio Adriatico, ha quindi evidenziato che: «Dall'incontro è emerso uno spaccato interessantissimo delle aziende della regione. Dai loro racconti capiamo che hanno avviato un percorso, messo insieme la bellezza della tradizione con l'avvento tecnologico, per proseguire con la collaborazione con il sociale e i centri di ricerca. Abbiamo potuto focalizzarci sul fatto che la competitività non è solo data dalla qualità del prodotto: il valore aggiunto che l'azienda dà all'interno dello scenario industriale viene oggi accresciuto dalle connessioni con il sociale, dal welfare per i dipendenti, dalle connessioni con i centri di formazione, di ricerca e del credito. Queste aziende», ha aggiunto Dattoli, «hanno evidenziato che la sostenibilità non è un'imposizione che si cala dall'alto, ma che se vissuta e respirata in azienda restituisce valore alle persone, al territorio e all'economia». Lo spunto per avviare il confronto tra alcune delle migliori pratiche aziendali viene dall'indagine del Centro Studi Tagliacame Unioncamere che ha esaminato il livello di relazionalità delle imprese coni vari attori locali. Per l'Abruzzo, la coesione economica assume in molti casi tratti di rilievo: il 68,2% delle imprese ha relazioni con i dipendenti volte ad iniziative di welfare aziendali; il 32,1% ha stretto relazioni con propri lavoratori in termini di miglioramento delle competenze, e il 23,5% ha rapporti con scuole e università. Se confrontiamo i dati abruzzesi con il Mezzogiorno e l'Italia dalla ricerca inoltre emerge come, in generale, la nostra regione registri un grado di relazionalità inferiore sia alla media nazionale che in minore misura del Mezzogiorno. Ma per quanto riguarda le relazioni con gli stakeholder interni, cioè i dipendenti, la tendenza si inverte: il punto di forza delle imprese abruzzesi riguarda il tema dell'aumento delle competenze dei propri dipendenti. Infatti, immaginando un'ipotetica classifica regionale, l'Abruzzo è al 10° posto in Italia per percentuale di imprese che hanno dichiarato dí investire nella formazione per il miglioramento delle competenze e la qualificazione personale (54,5%). Inoltre, il 68,2% delle imprese ha dichiarato un'attenzione particolare al tema del welfare aziendale, dato però inferiore sia alla media del Mezzogiorno che italiana (rispettivamente del 70,1% e del 69,6%). Per quanto riguarda la propensione delle imprese a favorire in azienda la partecipazione dei dipendenti allo sviluppo di progetti di co-innovazione,, la regione mostra valori in linea con il Mezzogiorno e di poco inferiori alla media nazionale (32,1% contro il 32,5% nel Sud e 34,7% in Italia). La relazionalità con imprese, istituzioni e soggetti locali aiuta di fatto la competitivita. Perciò il territorio, come insieme delle relazioni coni diversi soggetti che vivono la comunità locale, è un fattore di snodo per lo sviluppo nel perseguire una crescita sostenibile dove la competitività si coniuga con la coesione sociale.

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I piani di 10 aziende per rilanciare capacità di competere e lavoro | Il Centro

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