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Il ddl sul nucleare arriva a Palazzo Chigi Un passo per l'indipendenza energetica Il disegno di legge delega finirà sul tavolo del primo Cdm utile. Decreti legislativi nell'arco di 24 mesi Il ministro Pichetto Fratin è ottimista: «Possiamo giocare da protagonisti una partita fondamentale» Francesco Rosati Superando stereotipi e vetusti luoghi comuni, il governo scommette sul nucleare. Il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha trasmesso formalmente al dipartimento per gli Affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi un disegno di legge delega, richiedendo l'iscrizione all'ordine del giorno della prima riunione utile del Consiglio dei ministri. L'obiettivo è autorizzare il governo ad adottare, entro 24 mesi dall'entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per disciplinare la produzione di energia da fonte nucleare sostenibile sul territorio nazionale, anche per la produzione di idrogeno; la disattivazione e lo smantellamento degli impianti esistenti; la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito; la ricerca, lo sviluppo e l'utilizzo dell'energia da fusione; la riorganizzazione delle competenze e delle funzioni in materia. Insomma, secondo il ministro Fratin, l'Italia è "pronta a rientrare nel nucleare, che rappresenta una scelta cruciale. Non sostituirà le rinnovabili ma le completerà, assicurandoci un mix energetico equilibrato e sostenibile. È una mossa che non possiamo più rimandare, e ho sentito la responsabilità di dotare il paese degli strumenti affinché l'Italia non sprechi l'occasione di giocare da protagonista una partita fondamentale per la decarbonizzazione e la sicurezza degli approvvigionamenti". I sostenitori del nucleare ripetono da anni che le sole rinnovabili non bastano. Anche il governo sembra essersene accorto: nella relazione si legge che "la domanda energetica, soprattutto per i settori industriali in grado di elettrificare almeno alcuni dei loro processi produttivi, richiede una fornitura di energia elettrica decarbonizzata in modo continuativo nel tempo. Difficilmente questo servizio può essere garantito dalle sole fonti rinnovabili, intrinsecamente non programmabili e non completamente prevedibili, specie per eolico e fotovoltaico". Non a caso le grandi compagnie impegnate in investimenti sull'Intelligenza Artificiale "adottano politiche di utilizzo dell'energia nucleare, quale fonte decarbonizzata, stabile e continua, disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7". Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha sottolineato l'importanza del nucleare per l'indipenden za energetica: "Con il disegno di legge delega sul nucleare, pronto per l'esame del Consiglio dei ministri, l'Italia compie un salto in avanti verso l'indipendenza energetica, la sicurezza degli approvvigionamenti e la sostenibilità ambientale ed economica nella produzione di energia. Abbiamo assunto impegni ambiziosi in Europa, fissando l'obiettivo della decarbonizzazione al 2050. Solo con l'inserimento del nucleare in un mix energetico diversificato, che includa tutte le fonti rinnovabili secondo il principio della neutralità tecnologica, potremo raggiungere questo traguardo. Il governo sta lavorando affinché le prossime generazioni vivano in un paese indipendente e sicuro dal punto di vista energetico". Bene ma non benissimo secondo Carlo Calenda, leader di Azione: "È positivo che Pichetto sia finalmente pronto a presentare un quadro normativo per rilanciare il nucleare in Italia". Ma allo stesso tempo reputa "grave, e se vogliamo anche una presa in giro" il fatto che "tutto sia rimandato di due anni, ovvero alla fine della legislatura". Mentre nella proposta di Azione i decreti legislativi sarebbero stati adottati in sei mesi. "Positivo, comunque, che il governo sia disponibile a discutere la nostra proposta per ridurre il costo dell'energia, specialmente per le imprese oggi a rischio chiusura in questa congiuntura di mercato", ha aggiunto Calenda. Anche Matteo Hallissey presidente di Radicali Italiani, ha esortato l'esecutivo a non perdere altro tempo: "Il disegno di legge delega sul nucleare è un fatto positivo: il governo ha finalmente riconosciuto, seppur con colpevole ritardo, che le sole rinnovabili non bastano. Il problema, però, è che tutto sembra rimandato a futura memoria". Con il comitato "Nucleare, sì grazie" è stata depositata una proposta di legge popolare con oltre 70mila firme, chiedendo un mix energetico entro sei mesi. Non sono mancate, tuttavia, le critiche. Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, ha sottolineato: "A parte gli irrisolti problemi di sicurezza, il nucleare in Occidente è stato fermato dai costi altissimi, di gran lunga superiori a quelli delle fonti rinnovabili. Come ha ricordato Fatih Birol, direttore dell'Agenzia internazionale dell'energia, nel 2023 F85% della nuova potenza installata era rinnovabile, mentre il restante 15% comprendeva metano, carbone, olio combustibile e nucleare. Sarebbe una tassa per famiglie e imprese". Dal suo punto di vista è giusto continuare la ricerca sulla fusione, "ma il nostro futuro è legato a innovazione, qualità, efficienza e rinnovabili". "È questa la strada per un'Italia che fa l'Italia", ha concluso.

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Il ddl sul nucleare arriva a Palazzo Chigi Un passo per l'indipendenza energetica - Francesco Rosati | Il Riformista

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