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Il Regno Unito punta ad aggiungere 400mila occupati nelle energie pulite entro il 2030. Intanto in Italia nel 2024 le aziende hanno ricercato 1,9 milioni di professionisti dell´economia “verde”. Il governo del Regno Unito ha stilato un piano dettagliato per formare circa 400mila nuovi lavoratori nel settore dei green jobs nei prossimi cinque anni, così da raddoppiare la forza lavoro in questo ambito entro la fine del decennio. Gli investimenti nelle energie pulite, all´interno delle quali Downing Street include anche il nucleare, stanno “innescando un boom nella domanda di posti di lavoro”, si legge in una nota ufficiale dell´esecutivo pubblicata il 19 ottobre, secondo la quale ci sarebbero 31 occupazioni particolarmente richieste, su tutte idraulici, elettricisti e saldatori. Il piano del governo UK Le nuove iniziative messe in campo dal governo britannico vertono in particolare sulla formazione, a partire dal lancio di cinque nuovi “Technical Excellence College” per addestrare la prossima generazione di lavoratori nel comparto dell´energia pulita. Nello specifico sono pronti a partire tre progetti pilota per lo sviluppo delle competenze nel Cheshire, nel Lincolnshire e nel Pembrokeshire, che saranno finanziati con un totale di 2,5 milioni di sterline. In arrivo anche un nuovo programma dedicato ai veterani di guerra, con corsie preferenziali per accedere a carriere nell´installazione di pannelli solari, nelle fabbriche di turbine eoliche e nelle centrali nucleari. Secondo stime citate dal governo, un ex militare su sei è già dotato di molte delle competenze necessarie per il settore dell´energia pulita. Ancora, verranno messi in campo programmi su misura per ex detenuti, diplomati e disoccupati. Solo lo scorso anno, 13.700 persone senza lavoro possedevano molte delle competenze richieste per ruoli chiave nei green jobs. Previsto, infine, un finanziamento fino a 20 milioni di sterline per fornire formazione professionale, orientata alle nuove occupazioni green, ai lavoratori del settore petrolifero e del gas Retribuzione e tutele Un fattore da non trascurare quando si parla di green jobs è ovviamente la retribuzione. Secondo il governo britannico, i ruoli di livello base nella maggior parte delle occupazioni nel settore dell´energia pulita sono pagati il 23% in più, rispetto alle stesse occupazioni in altri ambiti. I lavori nell´eolico, nel nucleare e nelle reti elettriche hanno tutti stipendi medi superiori a 50.000 sterline nette all´anno, rispetto alla media del Regno Unito di 37.000 sterline. Il piano comprende anche proposte per garantire che questi posti di lavoro siano dotati di retribuzioni, termini e condizioni di lavoro attrattive. Ad esempio, si parla di estendere le tutele occupazionali di cui godono gli addetti del settore petrolifero e del gas offshore che lavorano oltre i mari territoriali del Regno Unito, incluso il salario minimo nazionale, al settore dell´energia pulita. Oppure di una nuova “Carta del lavoro equo” tra gli sviluppatori di impianti eolici offshore e i sindacati, per garantire che le aziende che beneficiano di finanziamenti pubblici offrano salari dignitosi. I green jobs in Italia Qual è invece la situazione dei green jobs in Italia? Una fotografia completa si può ricavare incrociando dati provenienti da diverse associazioni ed enti. Ad esempio Unioncamere ha segnalato la scorsa settimana che nel 2024 le aziende del nostro Paese hanno ricercato quasi 1,9 milioni di professionisti del settore Per inquadrare meglio il dato specifichiamo che l´ente, che rappresenta e coordina tutte le Camere di Commercio italiane, definisce i green jobs come “profili capaci di utilizzare tecnologie e nuovi materiali ecosostenibili ma anche figure tradizionali chiamate a contribuire agli obiettivi ambientali attraverso nuove competenze “. Oltre la metà di questi profili, si legge, è risultata “difficile da trovare”. Il rapporto “GreenItaly 2024” di Symbola, Unioncamere e Centro Studi Tagliacarne, presentato un anno fa, segnala invece che in Italia alla fine dello scorso anno le figure professionali legate alla green economy rappresentavano il 13,4% degli occupati totali, pari a 3,1 milioni di unità. L´Italia è stato anche il Paese col numero maggiore di offerte di lavoro nel settore fotovoltaico tra il 2021 e il 2023, stando a dati Iea , mentre nello stesso periodo il numero di annunci di lavoro online legati all´eolico è cresciuto di 4,5 volte. La crescita dei green jobs deve però necessariamente essere accompagnata da quella delle competenze specifiche . Lo skill gap è considerato, infatti, il principale ostacolo alla trasformazione aziendale. Sempre il report GreenItaly 2024 ha posto attenzione sul tema. Nel complesso, nel periodo 2024-2028 si stima che a oltre 2,4 milioni di lavoratori verranno richieste competenze di livello almeno “intermedio” (in aumento di circa il 2% rispetto alla precedente rilevazione riferita al 2023-2027), mentre un livello “avanzato” sarà richiesto a più di 1,5 milioni di addetti (+0,8% rispetto al 2023-2027). Sul tema della formazione, QualEnergia.it è particolarmente sensibile e da tempo ha attivato la rubrica “ La formazione energetica in Italia “, una sorta di guida per studenti, universitari e professionisti per orientarsi tra le diverse opportunità formative, con un focus su corsi e percorsi professionalizzanti legati al mondo dell´energia.

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Il piano del governo UK per raddoppiare i green jobs | Qualenergia.it

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