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di Unioncamere

 

Il punto di forza relativo evidenziato dall’Italia è nella dimensione efficienza delle risorse in cui, come detto, il Paese è al primo posto (insieme al Lussemburgo) nel ranking UE. L’Italia in questo ambito ha da sempre una performance di molto superiore alla media UE (Figura 3).I sotto-indicatori che compongono la dimensione efficienza delle risorse sono quattro: 1) produttività nell’uso delle materie prime; 2) produttività per i consumi energetici; 3) produttività delle risorse idriche7; 4) produttività delle emissioni GHG (gas ad effetto serra).

La dipendenza dell’Italia dai Paesi esteri per l’approvvigionamento di materie prime è un aspetto consolidato, con il quale il tessuto industriale nazionale si è storicamente confrontato individuando soluzioni innovative anche nel passato, laddove l’economia circolare non era un punto di riferimento nell’organizzazione dei processi industriali. Allo stesso modo, l’Italia è da molti decenni un importatore di energia elettrica, con prezzi dell’energia solitamente più elevati rispetto agli altri Paesi dell’UE – soprattutto quelli che hanno ampie quote di nucleare nel loro mix energetico. Il fattore prezzo ha spinto da una parte il nostro tessuto produttivo a porre da sempre molta attenzione all’efficientamento energetico, dall’altra la richiesta di energia elettrica importata ha iniziato di recente a contenersi (in maniera modesta) grazie allo sviluppo delle energie rinnovabili. Ne consegue che il risparmio energetico e l’elevata produttività nell’uso delle materie prime sono da sempre due driver di sviluppo per il sistema industriale italiano – da prima che si affermasse il paradigma della green-economy –, con ottime performance che affondano le loro radici in processi industriali consolidati e non dettati dalle mere esigenze o mode del momento. Questi due driver di sviluppo trainano, conseguentemente, anche la produttività delle emissioni di GHG, in quanto processi industriali meno energivori e ad alta efficienza nell’uso delle materie prime tendono a ridurre l’incidenza delle emissioni GHG sul valore aggiunto prodotto

Continua a leggere su GreenItaly 2023 | p.84

 

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