(ANSA) - ROMA, 28 GIU - Le imprese coesive ottengono risultati migliori rispetto alle imprese che non lo sono sia per il fatturato che per l'occupazione e l'export. E' quanto risultada un'indagine promossa da Fondazione Symbola, Intesa Sanpaolo e Unioncamere presentato oggi durante l'evento "Coesione è competizione". Nel 2023 le imprese coesive rappresentano il 43% delle pmi manifatturiere, in crescita di 11 punti perentuali rispetto al 2018 ; questo tipo di aziende inoltre fa più eco-investimenti (il 67% contro il 43% delle non coesive). Le imprese coesive inoltre danno prova di una maggiore apertura verso ciò che è nuovo: la quota delle imprese coesive utilizzatrici di strumenti di Ia è pari all'8%, quella delle non coesive si ferma al 4% Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna sono le prime per concentrazione di imprese coesive. "L'incrocio tra imprese, comunità, territori, innovazione e bellezza è fondamentale per la nostra economia e per il made in
italy", spiega Ermete Realacci presidente di Symbola. "L'Italia può essere protagonista della sostenibilità se si sente parte di una sfida comune come le imprese raccontate in questo rapporto. perché, come afferma il manifesto di Assisi,l'affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d'uomo e per
questo più capaci di futuro'". "La coesione fra aziende accresce la loro capacità operativa tramite i benefici della collaborazione, le rende più
competitive, con un conseguente impatto positivo sulla competitività dell'intero paese. una competizione costruttiva che punta alla crescita, alla valorizzazione delle persone, con visione, coraggio e attenzione alla comunità come ben sintetizza il sottotitolo dell'edizione di quest'anno", afferma Gian Maria Gros-Pietro presidente di Intesa Sanpaolo.
"Le imprese coesive fatturano, assumono ed esportano di più. e per il 2024 hanno previsioni più positive: il 34% prevede
aumenti di fatturato (contro il 25% delle altre imprese); il 25% ha in programma nuove assunzioni (contro il 16%); il 27% si
attende un aumento dell'export (contro il 21%). tra l'altro, i due terzi delle imprese coesive puntano con decisione sul made
in italy (contro il 48% delle altre), scommettendo su qualità dei prodotti, legami con il territorio e valorizzazione del
brand", dice Giuseppe Tripoli segretario generale di Unioncamere. (ANSA).