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“Correggere la società ingiusta”, scrivono sulla prima pagina del Corriere della Sera Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, autorevoli economisti liberali, attenti all’economia di mercato ma anche alla necessità di scelte politiche ed economiche per cercare di correggere le sempre più inaccettabili disuguaglianze: le disuguaglianze tra aree geografiche, generazioni, ceti sociali, tra le persone dotate di conoscenze utili all’economia digitale e gli altri ampi strati di popolazione che ne sono privi (il crescente digital divide che grava anche su gran parte degli italiani). Come fare? E’ il tema cardine della sfida della sostenibilità, ambientale e sociale. Una sfida che viene posta, con sempre maggior determinazione, da ambienti economici, imprenditoriali e sindacali, da studiosi d’economia e politica (come testimoniano la rilettura di Keynes sugli investimenti pubblici produttivi e di Antonio Genovesi sull’”economia civile”, le opere di Krugman, Stiglitz e Fitoussi con il suo ultimo libro su “La neolingua dell’economia, ovvero come dire a un malato che è in buona salute” e il premio Nobel per l’Economia assegnato a tre studiosi, Michael Kremer, Abhijit Banerjee ed Esther Duflo, per le loro ricerche sulla povertà e sugli strumenti per affrontarla) ma anche da autorità morali ( i richiami di Papa Francesco sulla “economia giusta”) e da parte crescente dell’opinione pubblica, a cominciare dalle generazioni dei millennials attentissimi ai rischi di devastazione dell’ambiente.

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Imprese, i primati da green economy e la rilettura del Novecento tra utopia e riformismo - Antonio Calabrò | Huffingtonpost.it

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