In tutta la Valle d’Aosta censiti 109 alberi monumentali, 2 soli ad Aosta. Il dato è contenuto nel Report “Piccoli Comuni e Alberi Monumentali d’Italia 2024” presentato ieri a Roma e realizzato in collaborazione anche con la Coldiretti.
Tra tutte le regioni d’Italia, la Valle d’Aosta è quella in cui è più forte il binomio Piccoli comuni (quindi al di sotto dei 5.000 abitanti) e alberi monumentali. Crescono, infatti, nei 73 piccoli comuni valdostani la quasi totalità delle piante monumentali valdostane, ovvero 107 sulle 109 censite in tutta la Regione.
Il dato è contenuto nel rapporto “Piccoli comuni e alberi monumentali 2024”, presentato a Roma e realizzato dalla Fondazione Symbola in collaborazione del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste con altri enti tra cui la Coldiretti. Un’edizione che si focalizza sugli alberi monumentali, ovvero una ricchezza ambientale e turistica la cui valorizzazione e conservazione risulta ancora più urgente nel grave contesto di crisi climatica che stiamo vivendo.
Il volume annovera tra i monumenti verdi della Valle d’Aosta i 16 larici di Challand-Saint-Victor, insieme ai 16 che formano il bosco di protezione di Arolla a Valgrisenche e i 7 larici del bosco di Bien, nella Valsavarenche. E’ stimata intorno ai 500 anni l’età dell’esemplare di larice secolare, localmente chiamata anche brenva foula, quercia matta in patois, che cresce a Bionaz, su un pendio scosceso lungo il sentiero che porta dal rifugio Prarayer al rifugio Aosta. A Donnas sono invece segnalati due platani di quasi 400 anni, lungo via Roma, che crescono a soli tre metri l’uno dall’altro mentre ad Aosta, nella piazza davanti alla Collegiata di Sant’Orso Orso, cresce il tiglio maestoso di quasi 500 anni divenuto simbolo della città.
“L’agricoltura gioca in tutto il paese un ruolo sempre più centrale nella protezione dell’ambiente, assicurando una costante manutenzione del territorio, una salvaguardia del paesaggio, e porta avanti un’azione di difesa della bellezza di cui gli alberi monumentali rappresentano senza dubbio un patrimonio inestimabile, anche in chiave turistica” commentano Alessia Gontier ed Elio Gasco, rispettivamente Presidente e Direttore di Coldiretti Valle d’Aosta.
“Questo è ancora più vero nei territori di montagna dove la presenza degli agricoltori ad alta quota assicura un presidio e una tutela del territorio dal dissesto idrogeologico: per questo è importante che agli stessi venga garantito il reddito anche in un’ottica di contrastare il progressivo spopolamento delle aree montane” concludono Gontier e Gasco.