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di Angelo Frascarelli e Paolo Emilio Bartolucci, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali - Università degli Studi di Perugia

Il settore primario (agricoltura, silvicoltura e pesca), nel corso del 2023, ha affrontato un anno particolarmente complesso in Italia, con una riduzione sia in termini di produzione che di valore aggiunto rispetto al 2022. La produzione totale è diminuita dell’1,8%, attestandosi a 76,9 miliardi di euro, mentre il valore aggiunto del settore ha subito una flessione del 2,5% in termini reali, risultando in 40,5 miliardi di euro. Queste performance settoriali sono in contrasto con l’economia nazionale, che nel suo complesso ha registrato una crescita del +1,1%, sempre con riferimento all’annualità precedente. Nonostante la presenza di dinamiche macroeconomiche atte a frenare lo sviluppo del settore, l’innovazione nel settore agroalimentare si mantiene come una delle principali leve strategiche per affrontare le sfide globali legate alla sostenibilità, alla sicurezza alimentare e al cambiamento climatico. Il settore agricolo ha vissuto trasformazioni radicali negli ultimi decenni grazie all’introduzione di nuove tecnologie derivanti dalla ricerca scientifica avanzata e alla crescente attenzione verso pratiche agricole più sostenibili. L’innovazione agroalimentare abbraccia una vasta gamma di aree, tra cui la genetica agraria e le biotecnologie, la digitalizzazione dell’agricoltura, l’adozione delle più recenti tecnologie per migliorare la tracciabilità degli alimenti, le pratiche di economia circolare condotte a tutti i livelli della filiera, la produzione fuori suolo in tutte le sue declinazioni (acquaponica, idroponica), l’agricoltura conservativa e a basse emissioni di carbonio, il rispetto del benessere animale. La popolazione mondiale raggiungerà i 9,73 miliardi di persone entro il 2050, con un aumento della domanda di cibo pari a circa il 60% rispetto ai livelli attuali [1] e questo scenario richiede una produzione agricola più efficiente e sostenibile, che possa far fronte alla crescente domanda senza aggravare ulteriormente lo stato dell’agroecosistema.

L'Italia consolida la sua posizione tra i leader dell'agricoltura biologica a livello europeo. Nel 2023, il settore del biologico in Italia ha registrato un andamento positivo, e la superficie agricola utilizzata (SAU) per il biologico ha continuato a crescere, raggiungendo 2,46 milioni di ettari, rappresentando il 19,8% della SAU totale del Paese. [2] L’Italia si posiziona al primo posto in Europa per numero di aziende agricole biologiche, con circa 83.000 aziende, pari a un quinto del totale dell’Unione Europea (419.112 aziende certificate biologiche). [3]

[1] FAO (2017), The future of food and agriculture: Trends and challenges.
[2] SINAB (2024), Rapporto Bio in cifre 2024.
[3] Dati 2023. Al terzo posto per superficie, dopo Francia e Spagna.

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