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L’intera filiera del Sistema Produttivo Culturale e Creativo, composta dalle componenti Core e Creative driven vale in Italia 104,3 miliardi di euro di valore aggiunto. E’ la quota raggiunta nel 2023, con un aumento del +5,5% rispetto al 2022 e del +12,7% rispetto al 2019. Il settore ha consolidato, pertanto, la propria crescita anche rispetto ai livelli pre pandemia, evidenziando un recupero che ormai si conferma solido e in espansione, come emerge dal rapporto “Io sono Cultura 2024” – e dall’ulteriore ’elaborazione che di vari di questi dati ha fatto la Camera di Commercio dell’Umbria – realizzato come ogni anno (è giunto alla 14esima edizione) da Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro Studi Tagliacarne e Deloitte, con la collaborazione dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, Fondazione Fitzcarraldo, Fornasetti e con il patrocinio del Ministero della Cultura.

Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo suddivide in Attività Core Cultura (Industria creative, industrie culturali, patrimonio storico-artistico, performing arts) e Creative driven, ossia attività che, pur non facendo parte della filiera Cultura, impiegano contenuti e competenze culturali e creative per accresce il valore dei propri prodotti (grafici o illustratori, designer, architetti, comunicatori, fotografi, sviluppatori videogame, registi, autori/scrittori, storyteller, attori/performers, musicisti, videomaker, artisti, organizzatori di eventi).

Nel complesso, la rilevanza economica del SPCC a livello nazionale si mantiene costante, con un contributo alla creazione di ricchezza sul totale Italia pari al 5,6%.  In questo contesto, Lombardia e Lazio emergono come le regioni più specializzate nel settore culturale, assorbendo, insieme, circa il 43% della ricchezza prodotta a livello nazionale.

Lombardia e Lazio in testa

La Lombardia, in particolare, si distingue per la capacità di combinare attività culturali tradizionali con una forte specializzazione nei servizi avanzati come architettura, design e comunicazione. Con 29,2 miliardi di euro di valore aggiunto culturale, il territorio lombardo genera il 28% della ricchezza dell’intera filiera culturale nazionale e il 6,9% della ricchezza regionale. In termini di occupazione, la regione impiega 366mila persone, quasi un quarto dell’occupazione nazionale del settore culturale e il 7,3% del totale dell’economia regionale.

Il Lazio, trainato dalla forte attrattività turistica e culturale di Roma, genera un valore aggiunto culturale di oltre 15 miliardi di euro, pari al 14,8% della filiera nazionale e al 7,6% della ricchezza regionale. Il settore impiega 205 mila persone circa, equivalenti al 13,2% del sistema nazionale e al 7,3% dell’occupazione regionale.

Il Veneto si colloca al terzo posto come ricchezza prodotta, con un valore aggiunto culturale di 9,4 miliardi di euro che rappresenta il 5,3% dell’economia regionale e

un’occupazione di quasi 146 mila addetti, pari al 6,1% dell’economia regionale. Seguono Emilia Romagna (8,7 miliardi di euro, 130 mila addetti) e Piemonte (8,6 miliardi di euro, 125 mila addetti).

Quanto alla produttività per addetto nel Sistema Produttivo Culturale e Creativo, nel 2023 prima è la Lombardia con 79mila 506 euro, seguita dal Lazio con 75mila 162 euro, Quindi Piemonte (68mila 965 euro) e Trentino Alto Adige (68mila 760 euro). L’Umbria segna 54mila 033 euro, il 32% della regione benchmark. Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo (SPCC) dell’Umbria nel 2023 ha prodotto 1,12 miliardi di euro di valore aggiunto e 20mila728 occupati.

 

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La cultura vale 104, 3 miliardi di Pil, gli esempi di Lombardia e Lazio | Corrieredelleconomia.it

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