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La Regione Puglia sostiene quest'anno il Festival Giornalisti del Mediterraneo, appuntamento che ogni estate porta a Otranto firme e voci del giornalismo nazionale e internazionale. Un evento che, come sottolinea l'assessore regionale alla Cultura Viviana Matrangola, "non è una semplice vetrina, ma un luogo di senso, dove la Puglia riafferma il suo ruolo nel dialogo tra i popoli e nell'evoluzione del giornalismo contemporaneo". La manifestazione affronta le grandi crisi globali - cambiamento climatico, conflitti, migrazioni, nuove sfide della comunicazione - e si propone come snodo culturale e geopolitico per il Mezzogiorno. E per la Puglia, osserva Matrangola, essere teatro di questo confronto significa assumere un ruolo da protagonista nel dibattito pubblico, portando una prospettiva mediterranea spesso assente nelle narrazioni globali. Per Otranto, città simbolo di incontro tra culture, il Festival diventa occasione per rafforzare la sua vocazione di ponte tra Oriente e Occidente. Non solo turismo, dunque, ma identità, memoria e strategia. Quest'anno uno degli assi di discussione sarà la guerra in Medio Oriente. "Il Mediterraneo vive in prima persona le ricadute di conflitti che generano instabilità, flussi migratori, crisi energetiche e umanitarie", ricorda l'assessore. "Ristabilire equilibri geopolitici in quell'area è un imperativo strategico per la sicurezza e lo sviluppo condiviso". La centralità della cultura come leva di sviluppo è la cifra della politica pugliese negli ultimi anni. "Abbiamo scelto di puntare su festival, eventi e produzioni internazionali per promuovere il territorio - spiega Matrangola - e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: la Puglia è tra le mete più visitate d'Italia, con una crescita costante anche fuori stagione". Il modello pugliese non si limita a valorizzare mare e borghi, ma si fonda su esperienze culturali autentiche, capaci di generare turismo sostenibile e inclusione sociale. Questa strategia ha contribuito a definire un brand Puglia riconoscibile ed emancipato dallo stereotipo di regione esclusivamente balneare. "Una Puglia contemporanea, creativa, dialogante con il mondo, che non solo fa cultura, ma è cultura". Un'identità alimentata da artisti, operatori, associazioni e imprese creative, che ha reso la regione attrattiva per professionisti e investitori, e che oggi trova riconoscimento anche nelle politiche europee come best practice. Ma come sceglie la Regione quali iniziative sostenere? "Qualità culturale, impatto sul territorio, coerenza con la strategia regionale, inclusione delle comunità, visione di lungo periodo, per generare reti e sviluppo duraturo". Innovazione, accessibilità e sostenibilità restano le parole chiave. E sulla celebre frase secondo cui "con la cultura non si mangia", Matrangola è netta: "La Puglia dimostra il contrario. La cultura genera occupazione, produce reddito, attrae investimenti e stimola imprenditoria giovanile e creativa". Secondo il rapporto "Io sono cultura 2024" di Unioncamere e Symbola, il comparto culturale e creativo vale il 3,8% del PIL pugliese e il 4,2% dell'occupazione. Se si sommano turismo e cultura, il contributo al reddito regionale raggiunge il 13%. Numeri che raccontano di un settore che non solo arricchisce l'anima, ma sostiene l'economia. "Dire oggi che con la cultura non si mangia - conclude l'assessore Matrangola - è miope. In Puglia la cultura costruisce futuro, rafforza l'identità e alimenta un circolo virtuoso con gli altri comparti economici.

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La Puglia investe nella cultura | Gazzetta del Mezzogiorno

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