«Io sono cultura», il rapporto di Symbola e Unioncamere riferito all’intero sistema della produzione culturale, evidenzia come gli effetti della pandemia abbiano portato a una riduzione della produzione di ricchezza del -8,1% e un’occupazione del -3,5%. Una crisi che ha particolarmente interessato le attività del patrimonio storico e artistico, che ha registrato una contrazione del -19,0% relativamente alla ricchezza prodotta e del -11,2% in termini occupazionali. «La situazione è complessa – come racconta la critica Santa Nastro nel suo nuovo libro Come vivono gli artisti (Castelvecchi, pp215, e 18,50) - e si ripercuote a cascata su tutti gli ingranaggi della filiera, andando a colpire con maggiori effetti coloro che fanno muovere l’intero meccanismo, ma che allo stesso tempo ne sono incredibilmente la parte più debole: gli artisti». Ma qualcosa si sta facendo per aiutare gli artisti meno celebri. Alle istituzioni è stato chiesto un ruolo di maggior supporto e non mancano come iniziative Movin’ Up , che con in accordo col Mibac permette agli artisti di richiedere un sostegno per un’esperienza di mobilità all’estero e di internazionalizzazione della propria carriera professionale.
Il supporto di Movin’Up si configura come premio a copertura - totale o parziale - dei costi vivi sostenuti dagli artisti emergenti per la realizzazione dei progetti selezionati. Italian Council e Grand Tour d’Italie offrono altre progettualità. Questi tentativi si aggiungono alla esperienza di Lavoratori dell’Arte, nata a Milano con parte del cuore a Roma, vicina a gruppi quali Ddr, Vladivostock, Teatro Valle e Isola Art Center. Se un gruppo come Awi lavora su aspetti legati alla gestione delle nomine, Lavoratori dell’Arte ha avuto il merito di introdurre nella discussione artistica la questione della precarietà e del nero o parole come «lavoratori» e «sindacato» nell’arte. «L’auspicio – dice Santa Nastro - è che le occasioni si intensifichino con l’intessere più concreto di un sistema di relazioni tra pubblico e privato, la costruzione di grant, borse di studio, sistemi previdenziali come avviene già in altri luoghi nel mondo e non solo per gli under 35». E che nascano altre piattaforme di lancio che promuovano maggiormente i nostri artisti nel mondo e bandi semplificati che diano, al pari della possibilità di produrre o acquistare nuove opere, il riconoscimento al mestiere e alla professionalità.