Il mercato del lavoro ha bisogno di giovani altamente qualificati e questo sarà possibile solo grazie a una stretta collaborazione tra scuola e impresa. È uno dei principali messaggi che ha voluto dare Marina Calderone, ministra del Lavoro, in occasione dell’evento Capitale Umano, persone, talenti e competenze, i motori per crescere, organizzato da L’Economia del Corriere e Sda Bocconi, dove si è tenuto lo scorso 17 ottobre. «Non c’è niente di più dinamico del mondo del lavoro e del diritto che lo regola. Nel corso del recente G7 a Cagliari abbiamo discusso proprio dell’invecchiamento della popolazione e per questo della diminuzione della forza lavoro qualificata. Per stare al passo con queste sfide è importante supportare una formazione che duri tutta la vita anche in vista dell’aumento dell’impatto dell’intelligenza artificiale che cambierà il mondo del lavoro ma dovrà farlo in modo positivo. Per questo è fondamentale la valorizzazione dei singoli talenti», spiega la ministra.
Il talento è anche restituzione
Anche Stefano Caselli, dean della Sda Bocconi, School of management, ha ribadito l’importanza del capitale umano e della sua formazione che una volta avveniva per silos verticali, mentre ora è fondamentale avere sia competenze tecnologiche sia umanistiche. Il senso e il valore del «talento» sono stati raccontati dal vicedirettore del Corriere Venanzio Postiglione, che ha ricordato il significato greco, bilancia, e quello latino, moneta, partendo dalla radice della parola «tal», che vuol dire portare. Il talento è dunque qualcosa di impegnativo da sostenere. Mentre il talento è anche restituzione per Cristina Scocchia, amministratrice delegata di Illycaffè. «Per noi donne è più difficile fare carriera, ma comunque io ho avuto il coraggio di provarci (anche il titolo del suo libro). La mia è una storia di sacrificio perché volevo diventare amministratore delegato», racconta la manager che mentre studiava alla Bocconi, ha lavorato in Procter&Gamble e poi è diventata ceo di L’Oréal, di Kiko e Illycaffè.