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Per realizzare una transizione ecologica pienamente compiuta non è possibile concentrarsi esclusivamente sulla produzione di energia rinnovabile senza rendere circolari i processi necessari per ottenerla. Il problema, per quello che riguarda gli impianti eolici, è il loro smaltimento. Una volta giunte a fine vita, infatti, le componenti della turbina sono facili da riciclare perché composte da metallo, mentre quelle delle pale risultano di difficile smaltimento perché formate da materiali compositi, un mix tra fibra di vetro e resine di rinforzo. Caracol, azienda italiana che produce stampanti 3D e offre soluzioni di Additive Manufacturing per diversi settori industriali, ha finalmente trovato una soluzione. L’azienda, che utilizza un proprio sistema robotizzato con una testa di estrusione polimerica brevettata, algoritmi proprietari e bracci robotici, è in grado non solo di produrre geometrie complesse, ma anche pezzi con elevate prestazioni meccaniche, riutilizzando materia prima seconda, scarti di produzione o altre parti riprocessate a fine vita. Con Enel, in un progetto finalizzato al recupero delle pale eoliche giunte a fine vita, Caracol ha potuto stampare in 3D nuovi componenti con un materiale composito derivato da pale riciclate insieme a matrici di polipropilene riciclato. Caracol ha quindi realizzato i primi oggetti di uso quotidiano derivanti da pale eoliche riciclate per la start-up Ganiga Innovation, ponendo le basi per un eolico che non sia solo green ma anche riciclabile e sostenibile.

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