Le aziende del legno-arredo continuano a investire sulla sostenibilità dei propri prodotti e processi produttivi. A distanza di due anni dalla prima ricerca sulla sostenibilità della filiera, FederlegnoArredo ha realizzato, in collaborazione con Fondazione Symbola, una nuova indagine tra le sue associate, i cui risultati saranno presentati la prossima settimana a Ecomondo, la fiera della Green e Circular Economy a cui la federazione partecipa per la prima volta come espositrice. Il quadro delineato dalla ricerca è incoraggiante: nonostante le difficoltà e le incertezze degli ultimi mesi, le aziende della filiera non hanno rallentato l'impegno su questo fronte e, anzi, i dati dimostrano un avanzamento. Ad esempio, «gli investimenti in efficientamento energetico realizzati negli ukimi tre anni passano al 70%, rispetto al 64% della precedente rilevazione», osserva Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo. Un altro aspetto importante riguarda il criterio di selezione dei fornitori: «La percentuale di imprese che tiene conto di criteri di sostenibilità nella scelta dei partner è salita dal 56% al 76% aggiunge Feltrin -. C'è quindi una forte spinta a cercare fornitori che hanno lavorato, o stanno lavorando, per migliorare la sostenibilità delle proprie attività e produzioni. È un segnale importante, perché dimostra che si è compresa la necessità di fare gruppo, di agire a livello di sistema e di filiera. Solo così si può vincere questa battaglia non facile, che richiede grandi investimenti e tempo». E ancora: il 96% delle aziende della filiera adotta materiali sostenibili nei processi e il 60% si approvvigiona in qualche misura da fonti energetiche rinnovabili nella produzione. Quasi tutte le imprese considerano almeno un criterio circolare nella progettazione di prodotto e più della metà ha messo a punto modelli di business orientati alla circolarità. Oltre il 50%, inoltre, recupera gli scarti di produzione per il riutilizzo interno. Il 47,5% delle aziende dell'area arredo si approvvigiona di materie o semilavorati prime prodotti entro una distanza massima di loo chilometri e oltre il 60% ha almeno una certificazione di sistema. «Queste strategie hanno non solo un valore etico, ma anche un impatto concreto sulla competitività dice Feltrin -. È un dato di fatto che le aziende più avanti rispetto a queste tematiche ottengono anche risultati migliori. Mano a mano che un'impresa raggiunge determinati obiettivi di sostenibilità, risulta infatti anche più efficiente, ad esempio dal punto di vista energetico, e perciò più competitiva, perché ridurrà i costi produttivi o di smaltimento». Ovviamente, tutti questi aspetti richiedono nuove competenze, che le aziende cercano sul mercato o costruiscono al proprio interno attraverso specifici programmi di formazione, avviati dal 41,3% del campione. Sempre più rilevante diventa la figura di un responsabile sostenibilità, già presente nel 27,2% delle imprese e che un 43,5% degli intervistati intende introdurre a breve nel proprio organico. La stessa federazione ha reso disponibili, sulla piattaforma online Fla Plus, una serie di iniziative e strumenti per aiutare i propri associati nella transizione energetica. Tra questi, il servizio Tecla (Tool per l'Economia Circolare nel Legno Arredo), un insieme di strumenti che consentono alle aziende di fare una sorta di auto-diagnosi per valutare il proprio grado di circolarità e da questo trarre spunto per decidere in quale direzione lavorare e investire. Oppure la Libreria dei materiali, che aiuta a sviluppare prodotti già in linea con i criteri di sostenibilità e riuso: «Abbiamo già una quarantina di materiali testati e quindi in linea con questi criteri, che presto arriveranno a 8 o», aggiunge Feltrin, che ricorda anche la sezione del portale che raggruppa le certificazioni necessarie sui diversi mercati, divise per settore (bagno, arredo, luce) e le informazioni utili per ottenerle.