Alla luce della riforma avviata nel 2014 per la costituzione di un “Sistema museale nazionale” articolato per ‘poli regionali’ e alla contingente situazione derivante dal sisma che ha colpito la nostra regione, si è reso necessario ripensare il modello organizzativo dei musei marchigiani stessi e più in generale degli istituti e luoghi della cultura.
Prioritario è risultato affrontare in maniera unitaria la governance dei numerosi istituti museali marchigiani articolati sull’intero territorio regionale, puntando sullo sviluppo delle aggregazioni tra musei, al fine di favorire il miglioramento dei servizi — necessari per rispondere alle aspettative di un pubblico sempre più attento ed interessato — e una promozione incisiva e calibrata, che sappia valorizzare in maniera sinergica il contesto culturale ed il tessuto sociale e economico del territorio.
È infatti importante considerare i musei non solo come luogo destinato alla conoscenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, ma anche come fattore di sviluppo territoriale che punti sulla produttività, sull’economia, sul marketing e sulla gestione attenta delle risorse esistenti.
Nelle Marche, i circa 400 musei e raccolte museali — fra pubblici e privati — censiti nel sito regionale, costituiscono gli elementi di riferimento per un territorio ricco di testimonianze del nostro passato e di un patrimonio capace di attrarre costantemente un pubblico ampio e diversificato, permettendo alla nostra regione di attestarsi a livello nazionale fra i primi posti nel settore del turismo culturale.
E i numeri lo possono confermare. Se, ad esempio, si prendono in considerazione i dati dell’ultimo monitoraggio sistematico effettuato agli inizi del 2018 su un campione di 186 musei che hanno partecipato al rilevamento, le presenze documentate sono di circa 700.000 visitatori. Va rimarcato che il risultato, discreto ma molto migliorabile, è stato acquisito in un anno ancora fortemente segnato dal fenomeno sismico, benché contrassegnato da numerose iniziative espositive concepite proprio al fine di evitare un crollo delle frequentazioni museali di cittadini e turisti.
La tendenza a superare i particolarismi e la frammentazione nel territorio attraverso la programmazione e l’attuazione di progetti unitari sviluppati su tematiche comuni, si è dimostrata nel corso degli anni un fenomeno vincente per facilitare corrette forme di gestione e organizzazione.
Più della metà dei musei aderenti all’ultima campagna di Autovalutazione ha dichiarato di fare parte di una aggregazione museale, con una netta predominanza di strutture che appartengono a reti museali territoriali e a poli museali locali.
In particolare, per i comuni marchigiani, quasi sempre realtà di ridotte dimensioni, caratterizzati dalla presenza di istituti culturali come museo e biblioteca civica, di istituzioni pubbliche e private con vocazioni culturali oltre a importanti edifici monumentali, teatri storici, archivi, la gestione associata su scala urbana e la condivisione del personale rappresentano spesso l’unica risorsa per continuare ad operare e sviluppare le proprie attività. Anche gli esiti del bando dedicato ad ‘Interventi di sistema’ nel biennio 2018/2019 hanno confermato tale tendenza, con la realizzazione di ben 29 progetti di rete che hanno coinvolto 52 comuni e interessato 20 poli museali locali, 7 reti museali e 2 sistemi territoriali integrati.
Ulteriori progetti finanziati con il distretto culturale evoluto hanno coinvolto i musei contribuendo a valorizzarne e promuoverne attività e al contempo offrendo una nuova e un’aggiornata dimensione culturale.
Mentre continua il progetto Playmarche, che di recente ha presentato ulteriori prodotti innovativi in digitale, sono state realizzati ad esempio a Fermo strumenti tecnologici innovativi (app, nuovi contenuti I-beacon) per la valorizzazione delle Cisterne Romane. Il Distretto culturale piceno ha realizzato prodotti di merchandising museale per il bookshop del Museo del Mare del Comune di San Benedetto del Tronto e a Pesaro sono state realizzate animazioni virtuali e video nella Casa Museo di Gioachino Rossini.
Il XXIII Annual Meeting delle Città Creative a Fabriano, che vedrà incontrarsi 180 città appartenenti a 72 Paesi dei 5 continenti, sancisce la vocazione della città della Carta per una nuova direttrice di sviluppo culturale. Attraverso una logica di valorizzazione unitaria è prevista nel biennio 19/20 la promozione di iniziative e progetti speciali individuati secondo tematiche che ne riflettono vocazione ed interessi comuni, come la rete delle ‘Città Lottesche’, concepita come percorso integrato tra le otto città che conservano ancora oggi i capolavori del maestro, o quella delle ‘Città Crivellesche’, che si sviluppa con le medesime modalità.
Un ulteriore ambito di intervento è finalizzato al supporto dei musei danneggiati dal sisma, al fine di restituire alle sedi museali del territorio la loro originaria funzione. I contributi saranno pertanto destinati al recupero dei luoghi e dei contenitori museali e alla contestuale ripresa del loro ruolo culturale e di promozione, non solo come attrattori turistici, ma come strumenti di aggregazione, valorizzazione, promozione sociale, economica e produttiva.
Se gli interventi già attuati nel territorio rappresentano una adeguata premessa per lo sviluppo di una programmazione unitaria e di una progettazione partecipata che incoraggi forme di partenariato, le azioni che saranno definite nell’ambito di un Accordo di valorizzazione con il MiBAC e il Polo Museale delle Marche, potranno favorire la messa a sistema di strumenti e competenze, nonché condividere interventi di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale regionale, a partire dai progetti integrati di valorizzazione territoriale e dagli appuntamenti annuali — ormai consolidati — come
Grand Tour Musei e Grand Tour Cultura.
Per la Regione Marche, caratterizzata da una distribuzione capillare di realtà museali medie e piccole, assume particolare interesse la funzione della Commissione di studio ministeriale per la gestione complessa del patrimonio culturale attraverso reti museali e sistemi territoriali, istituita dal Ministro per i beni e le attività culturali allo scopo di tracciare linee guida utili allo sviluppo di strategie di collaborazione e cooperazione tra istituzioni culturali e realtà produttive territoriali, delle quali si parla a conclusione di un percorso di consultazioni regionali proprio nelle Marche durante il Festival della Soft Economy.