L’industria meccanica rappresenta uno dei settori cardine dell’economia italiana. Il settore occupa circa 1.600.000 addetti risultando così il secondo in Europa dopo la sola Germania e produce ricchezza in termini di valore aggiunto per oltre 120 miliardi di euro. [1] A supporto della sostenibilità (finanziaria e non) dell’industria meccanica italiana, il 2024 ha visto l'entrata in vigore delle nuove CSRD e la CSDDD. La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) è la direttiva europea che obbliga le grandi aziende e le società quotate a fornire report dettagliati sulle loro performance di sostenibilità. Questo include informazioni sull’impatto ambientale, sociale e di governance (ESG) : l’UE stima che le società che attualmente redigono la DNF (dichiarazione non finanziaria) passeranno da 11.700 a circa 49.000 con la CSRD, di cui 4.000 soltanto in Italia.
La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) a partire dal 2027 richiederà alle aziende Large Corporate di monitorare e gestire i rischi legati ai diritti umani e all’ambiente nelle loro catene di approvvigionamento. Per le aziende meccaniche italiane, questo significa implementare sistemi di monitoraggio per assicurare che i fornitori rispettino gli standard di sostenibilità e diritti umani. La necessità di audit e controlli lungo la catena di fornitura potrebbe aumentare i costi operativi, richiedendo investimenti in nuove tecnologie di tracciabilità e gestione. A queste direttive si aggiunge il Piano Transizione 5.0, un incentivo che prevede crediti di imposta importanti a sostegno degli investimenti in beni strumentali 4.0, utilizzando quindi il digitale come abilitatore della sostenibilità.