Dei 1.548 Comuni italiani che ospitano almeno un albero monumentale, 962 sono di piccole dimensioni. La Regione campione italiana di alberi monumentali è il Friuli-Venezia Giulia, con 454 “monumenti verdi” (di cui ben 209 in piccoli Comuni), come la Quercia di Sterpo, la più grande d’Italia, a Bertiolo. Una ricchezza, la cui valorizzazione e conservazione risulta ancora più urgente nel grave contesto di crisi climatica che stiamo vivendo, e che rappresenta la componente più preziosa del nostro patrimonio forestale italiano.</b>, che interessa 110.545 kmq, pari al 36,6% del totale nazionale. <b>E che fornisce al Paese preziosi servizi ecosistemici</b> (come benefici in termini di approvvigionamento, ad esempio fonti di acqua potabile, o come la fissazione del carbonio e la tenuta idrogeologica) e occasioni di valorizzazione economica, in primis turistica, capaci di preservare il delicato equilibrio naturale e paesaggistico. Anche per questi motivi, <b>alberi monumentali, foreste e boschi rappresentano un’occasione di sviluppo tanto per le città di medie e grandi dimensioni, quanto, e forse ancor di più, per i piccoli Comuni. Da S’Ozzastru, l’olivo monumentale nel piccolo Comune sardo di Luras, a Sassari, al Castagno dei Cento Cavalli di Sant’Alfio, a Catania, o ancora, dalla Quercia delle Checche (nome utilizzato in Toscana per indicare le gazze), a Pienza, in Val d’Orcia, alla Quercia delle Streghe di Villa Carrara, a Capannori a Lucca, ai “patriarchi della natura”, straordinaria ricchezza del nostro Belpaese, è dedicato il Report “Piccoli Comuni e Alberi Monumentali d’Italia” 2024, all’edizione n. 2, promosso da Fondazione Symbola (della quale fa parte anche WineNews, ndr), in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura, Coldiretti, Fai Cisl ed Ami.</b>
Il Rapporto racconta oltre 250 specie di alberi monumentali che popolano il Paese, e mostra, inoltre, una speciale relazione tra i piccoli Comuni e i monumenti italiani, raccolti in un censimento in continua crescita grazie al lavoro del Ministero dell’Agricoltura. <b>Su un totale di 4.287 alberi monumentali individuati ad aprile 2024 sul territorio italiano, 2.107 si trovano nei piccoli Comuni</b>. Ma nel Report sono contenute anche le storie, di questi “giganti”: si racconta di S’Ozzastru, l’olivo selvatico testimone della storia dell’isola dal periodo nuragico fino ai giorni nostri, dato che secondo stime sull’età precede di 1.500 anni la nascita di Roma ed Atene, le due culle della civiltà classica ed uno degli olivi più anziani d’Europa, o ancora del Castagno dei Cento Cavalli che veglia sul versante orientale dell’Etna, “monumento verde” più famoso della Sicilia, già menzionato in documenti del XVI secolo dalle dimensioni, letteralmente, monumentali. O della Quercia delle Checche, primo albero d’Italia a diventare “monumento verde” nel 2017, precursore del percorso di tutela degli alberi monumentali nel nostro Paese, grazie al forte attivismo della comunità locale. Ed infine, la storia di alberi capaci di alimentare storie e tradizioni della cultura italiana, come la Quercia delle Streghe di Villa Carrara, che pare sia stata di ispirazione allo scrittore Carlo Collodi per descrivere l’impiccagione del burattino protagonista del celebre romanzo Pinocchio.
“Questa seconda edizione del Rapporto rafforza la positiva collaborazione tra la Fondazione Symbola e il Ministero dell’Agricoltura in base alla Legge 19/12/2017 ha la responsabilità dell’“Elenco degli alberi monumentali d’Italia” che nel giro di pochi anni è stato aggiornato ben sei volte, a testimonianza della cura e dell’attenzione verso uno dei patrimoni naturali e culturali più prestigiosi e preziosi del Paese. <b>Un patrimonio che per essere meglio tutelato, conservato e curato ha bisogno del contributo di tutti e per questo il lavoro di sensibilizzazione e di diffusione delle conoscenze della Fondazione Symbola è particolarmente positivo ancor più perché rivolto ai 962 piccoli Comuni che costudiscono ben il 50% degli alberi monumentali del Paese”, ha detto Alessandra Stefani, dg Economia Montana e delle Foreste del Ministero dell’Agricoltura</b>.
Per <b>il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci, “piccoli Comuni, territori e comunità sono elementi fondamentali per rispondere alla domanda d’Italia che c’è nel mondo. Un’Italia che fa l’Italia puntando sulla propria identità, come ha detto all’inizio di questo millennio l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: “questi borghi, questi paesi rappresentano un presidio di civiltà. Sono parte integrante, costitutiva della nostra identità, della nostra Patria. Possono essere un luogo adatto alle iniziative di giovani imprenditori. L’informatica e le tecnologie possono favorire questo processo. Può diventare anche questa grande avventura un’opportunità da cogliere</b>. In particolare questo rapporto sarà la base per coinvolgere tanti attori della società italiana in un incontro con gli oltre 4.000 alberi monumentali finora censiti”.